Famiglie e anziani da ricollocare, ma in lista anche i pregiudicati

Giovedì 6 Settembre 2018 di Lorenzo De Cicco
Famiglie e anziani da ricollocare, ma in lista anche i pregiudicati
I ricollocamenti degli sgomberati non sono più obbligatori, così c'è scritto nella circolare firmata il primo settembre dal ministro Salvini. Eppure Virginia Raggi, che per una volta gioca di sponda con la Regione a trazione dem di Zingaretti, sposa la linea morbida, anzi «soft» come ha detto ieri la sindaca. I ricollocamenti, quindi, ci saranno. Non per tutti, solo per le persone considerate «fragili» dagli assistenti sociali. Di chi si tratta? I censimenti sono stilati sulla scorta di una direttiva del dipartimento Politiche sociali che risale al novembre scorso e che è stata inserita nel protocollo siglato di recente con la Prefettura. Il modulo che compilano gli operatori del Comune prevede diverse caselle e diversi punteggi: al primo posto c'è la «fragilità socio-sanitaria», che tiene in considerazione le famiglie molto numerose, con figli minorenni, oppure disabilità gravi, gli anziani. Al secondo posto c'è il reddito: per ricevere l'assistenza pubblica non si può superare quota 12mila euro l'anno; poi c'è la «condizione abitativa», cioè da quanto tempo si trascina lo sfratto.

CON PRECEDENTI
Non è invece tenuto in considerazione dal Comune il casellario giudiziale. Quindi un occupante pregiudicato con famiglia o avanti con l'età può benissimo ritrovarsi, una volta sgomberato, in un alloggio offerto dal Campidoglio. A qualcuno sembrerà un paradosso, soprattutto perché chi ha occupato illegalmente un palazzo - pubblico o privato - in qualche modo finisce per scavallare chi si è messo in coda da anni, aspettando pazientemente che scorrano le graduatorie. Per il palazzo di viale Carlo Felice, a San Giovanni, occupato dal 2004, la Regione ha messo a disposizione di chi sarà sgomberato cinque appartamenti dell'Ater, l'agenzia delle case popolari. Non si tratta, è stato spiegato, di alloggi destinati propriamente a chi era in graduatoria. Ma il risultato, alla fine, è lo stesso: gli abusivi si ritroveranno con una casa pubblica. Un discorso simile si potrebbe fare per il sistema comunale denominato Sassat, acronimo che sta per Servizio di assistenza e sostegno socio alloggiativo temporaneo, un meccanismo pensato per offrire aiuto a circa 6mila famiglie e soprattutto per smantellare i vecchi residence. Funziona così: il Campidoglio affitta da un privato un appartamento e lo gira, per un massimo di due anni, a chi si è ritrovato senza casa ed è appunto in condizione di «fragilità». Anche in questo caso, gli occupanti illegali che verranno sfrattati dovrebbero passare in cima alla lista, dato che altrimenti si ritroverebbero in mezzo a una strada. Compresi i pregiudicati.

Va detto che nelle case popolari è pieno di gente col casellario, come dire, non proprio immacolato. Del resto a febbraio l'Ufficio Interventi alloggiativi del Campidoglio autorizzò la regolarizzazione di un alloggio pubblico di Ostia occupato da vent'anni da Giuseppe Spada, lo zio di Roberto (il boss della testata all'inviato di Nemo), con diversi precedenti per furto e reati contro il patrimonio.
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