Termini e il tentato stupro, la zona terra di nessuno. «Qui c'è da aver paura, non usciamo più da sole»

Viaggio nella zona della stazione di Roma dopo il tentato stupro avvenuto sabato scorso

Giovedì 27 Aprile 2023 di Giampiero Valenza
Termini e il tentato stupro, la zona terra di nessuno. «Qui c'è da aver paura, non usciamo più da sole»

È l'ora di pranzo e un gruppetto di persone si aggira per Termini mescolandosi tra i pendolari. Alla polizia quei ceffi non piacciono e gli agenti decidono di controllarli, uno per uno. La scena si ripete di continuo, durante il giorno, in questa sorta di triangolo del terrore che dal nodo di scambio della stazione arriva fino a piazza Vittorio e piazza dei Cinquecento.
Nonostante i controlli e le pattuglie che fanno il viavai, le brutte storie si ripetono comunque. Le ultime, in ordine di tempo, nello scorso fine settimana quando sono state aggredite due giovanissime. Prima una ventenne, che ha rischiato di essere stuprata da un bengalese, poi una turista spagnola, palpeggiata e rapinata. Queste storie viaggiano tra i pendolari della stazione. E la cronaca va, di bocca in bocca, mentre si prende il caffè, si compra il biglietto della metropolitana, si esce per andare nelle vicine vie Cavour e Nazionale. «La Stazione Termini mi fa sentire poco al sicuro la sera - dice Linda, 23 anni, studentessa - Cerco sempre di passare all'interno dell'area dei negozi e di vedere se c'è qualche volante della polizia nei paraggi.

Qualcuno ha cercato anche di avvicinarsi a me, ma quando è accaduto ho sempre cercato i primi poliziotti nelle vicinanze».

 

Scende da Torino a Roma, una volta a settimana, Rossella. Fa un master di lingue all'Unint. «Non mi sento per niente sicura, tengo lo zaino davanti proprio perché sono in ansia quando attraverso la stazione - racconta - Cerco sempre di prendere i treni che partono di giorno. Mi hanno proprio sconsigliato di passare la sera da queste parti». Sono soprattutto le donne a essere impaurite. «Non esco più da sola: mi faccio accompagnare da mio marito, che dimostra qui tutta la sua pazienza», racconta Marzia, 58 anni, che abita a Monti. «Nonostante i controlli questa sembra una terra di nessuno. Lavoro qui a Roma e l'unica fortuna che ho è di riuscire a fare il viaggio insieme a tanti pendolari. Anche se non conosco tutti, mi sento meno sola», commenta Antonella, pronta a salire sul treno diretto a Pisa, usato dai pendolari che salgono e scendono dalla direttrice Tirrenica.

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VERSO PIAZZA VITTORIO
Dalle parti di piazza Vittorio ci si barrica in casa. «Non è una zona tranquilla: la sera non esco, cerco sempre di non tornare tardi, o al limite di farmi accompagnare» racconta Annette, residente in via Principe Eugenio. «Sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele, ma anche in via Pianciani, la sera si ricoverano i senzatetto, che magari chiedono solo soldi, ma si può aver paura», spiega. «Per una donna è difficile girare per strada la sera», racconta una prostituta in via Principe Eugenio. «Io ho uno spray al peperoncino - aggiunge - non l'ho mai usato, ma in alcuni casi in cui mi sono trovata in una situazione pericolosa è bastato farlo vedere. Vivo qua da 22 anni, un tempo era un bel posto, con bei ristoranti. Adesso ci si spaventa a stare qui, una donna è bene che non giri da queste parti di sera», conclude. A questo si aggiunge anche il problema dei furti. «Abito qui da 40 anni, la mattina sicuramente rubano, in viale Manzoni almeno un paio di volte mi hanno messo le mani in tasca e mi hanno portato via il cellulare», spiega una signora all'ingresso del suo palazzo in via Principe Umberto. E Fabrizio, che gestisce un bar sulla stessa strada, dice: «Qui gira anche gente alcolizzata, e in via Bixio si drogano tutti i giorni. Ho una figlia di 11 anni che a volte mi racconta di aver visto la sera persone con la siringa al braccio».
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 06:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA