Termini, maxi-rissa tra stranieri con bastoni e bottiglie. Il pretesto: una sigaretta negata

Due gruppi si sono picchiati davanti alla stazione

Martedì 25 Aprile 2023 di Michela Allegri e Andrea Noci
Termini, maxi-rissa tra stranieri con bastoni e bottiglie. Il pretesto: una sigaretta negata

È bastata una sigaretta negata per accendere la miccia: insulti che sono diventati minacce, e poi spinte, pugni, lancio di bottiglie e bastoni. Un ennesimo episodio di violenza che ha avuto come teatro la stazione Termini: dopo le aggressioni e i tentati omicidi, e a poche ore di distanza da un tentato stupro, questa volta, in uno dei locali che costeggiano lo scalo ferroviario, in via Manin, c’è stata una rissa tra sbandati, sotto gli occhi di turisti e residenti sconvolti.

Una madre e il suo bimbo sono fuggiti spaventati: hanno rischiato di venire colpiti da una delle bottiglie volanti. Anche se hanno partecipato in tanti agli scontri, sono stati individuati e arrestati solo due uomini, entrambi di origine nordafricana. Ieri sono stati giudicati per direttissima al tribunale di piazzale Clodio. Sul banco degli imputati, Mohamed Abdul Akim, 35 anni, nato in Libia, e Ben Salem Mouhmed Fraj, venticinquenne algerino. Hanno patteggiato a 4 mesi di reclusione: la pena è stata sospesa in via condizionale dal giudice, che ha però concesso il nulla osta all’espulsione.

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IL FAR WEST

Sono le 22,30 e Termini è ancora molto frequentata. C’è chi corre per andare a prendere il treno, chi approfitta dei fast food dentro la stazione che restano aperti fino a tardi. Subito fuori dallo scalo ferroviario, a piazza dei Cinquecento, una lunga fila di turisti aspetta il taxi. Qualcun altro invece cerca il bus giusto per tornare a casa. In uno dei bar di via Daniele Manin, proprio accanto alla stazione, i tavolini sono pieni: c’è chi mangia un panino al volo, chi si ferma a bere qualcosa. È proprio in mezzo alla folla che domenica sera è scoppiata una rissa tra due gruppi rivali - composti soprattutto da stranieri - che ha rischiato di coinvolgere anche altri clienti del bar, oltre ai passanti. Il pretesto per alzare prima la voce e poi le mani è banale. Un uomo - non identificato - chiede una sigaretta a Mouhmed Fraj, che risponde di non averne. A quel punto si scaldano gli animi. L’intera scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza fuori dal locale: i fermo immagine sono agli atti del fascicolo in mano al pm Mauro Masnaghetti. L’algerino, difeso dall’avvocatessa Samantha Santucci, viene colpito alle spalle con un pugno. Da quel momento, via Manin si trasforma in un ring: il parapiglia diventa rissa, mentre il panico cresce. Urla e bottiglie di birra usate come armi, i passanti che chiamano il 112. Arrivati sul posto, i poliziotti del commissariato Viminale arrestano i due imputati, mentre gli altri componenti delle bande si sono dileguati. Akim, che aveva in tasca un coltello, in aula non sembrava lucido. Quando il giudice gli ha chiesto come mai avesse orecchio e maglia insanguinati, ha risposto: «Sono perseguitato dai diavoli, sono stati loro».

I PRECEDENTI

La rissa è solo l’ultimo episodio di violenza. Nemmeno 24 ore prima, all’alba di domenica, una turista spagnola è stata aggredita in via Marsala mentre stava rientrando nella casa vacanze che aveva prenotato. La settimana precedente, una rapina a mano armata commessa da due giovani stranieri in danno di una coppia statunitense, minacciata con una pistola. La sera del 5 febbraio, un tentato omicidio: Arturo Luca Battisti, milanese di 46 anni, è stato colpito con tre fendenti al torace da tre uomini che gli hanno portato via il cellulare e 20 euro. La sera del 31 dicembre, una ragazza israeliana di 24 anni è stata accoltellata dal polacco Aleksander Mateusz Chomiak, mentre acquistava un biglietto ferroviario.

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