«Non dimentichiamo» inizia così il racconto di Cristina D'Angelo, la mamma di Simone Sperduti, vittima della tragedia consumata a via Prenestina il 24 agosto esattamente di un anno fa.
Chi era Simone Sperduti
Una vita ricca di sogni trascorsa a Centocelle, una grande passione per la Roma, la speranza di poter diventare un vigile del fuoco e il sorriso di un diciannovenne in ogni scatto postato sui social. Lo stesso che contraddistingue Cristina nel parlare del figlio volato via ingiustamente e troppo presto. Lo stesso che torna sul viso degli amici al suo pensiero quando si dirigono allo stadio o ancora negli abitanti del proprio quartiere, che hanno negli occhi un giovane magazziniere pieno di entusiasmo.
Simone Sperduti morto in scooter a Roma, l'ex agente che lo ha investito era ubriaco e senza patente
L’incidente stradale
Erano le quattro del mattino quando un forte impatto tra lo scooter del ragazzo e un’Opel Meriva non gli ha lasciato scampo. Alla guida dell’auto che l’ha travolto Andrea Persi, un poliziotto di 46 anni già sospeso in estate dal servizio, in stato di ebrezza e sotto effetto di stupefacenti. «Faccio tutto questo per Simone e per tutte le vittime della strada – riprende Cristina - che saranno per sempre nel nostro cuore». Non c’è rancore nelle sue parole, non c’è rabbia verso chi al momento sta scontando la sua pena a Regina Coeli (sono sette gli anni di condanna per l’ex agente, la revoca della patente e una provvisionale di 150mila euro).
Ad un anno dalla scomparsa
«Il suo ricordo è sempre con me – riprende Cristina - Soprattutto in giorni come questi. È difficile ma è lui a darci la forza». Questa mattina, la messa celebrativa alla Chiesa Parrocchiale del Santissimo Sacramento. «So già che Simone è nel cuore di tante persone».