Coronavirus Italia, la guerra degli scienziati tra regole, farmaci e terapie

Venerdì 27 Marzo 2020 di Gigi Di Fiore
Coronavirus Italia, la guerra degli scienziati tra regole, farmaci e terapie

«In Italia il rischio è zero. Il virus non circola e non avviene per caso, ma perché si stanno prendendo delle precauzioni» parola di Roberto Burioni, virologo e docente all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, uno dei volti più ospitati in tv nell'ultimo mese. Le sue previsioni sono del due febbraio scorso, la platea quella del programma di Fabio Fazio. In quasi due mesi, gli esperti, i medici, gli scienziati si sono divisi tra spiegazioni e analisi. Uno spettacolo alimentato dall'informazione globale, pompato dai social e dalla televisione che, negli ormai monotematici programmi di approfondimento, ospita sempre esperti, che spesso si beccano tra loro.

Proprio Burioni se l'è presa su Twitter con la sua collega Maria Rita Gismondo, responsabile del laboratorio di analisi dell'ospedale Sacco di Milano, colpevole di aver sminuito la pericolosità del coronavirus. Dimenticando le sue previsioni del due febbraio, Burioni ha lanciato un tweet rivolto alla «signora Sacco» colpevole di non aver capito nulla: «Temo abbia lavorato troppo nelle ultime ore, dovrebbe riposarsi». Lei, la direttrice, aveva dichiarato che «si è scambiata un'infezione appena più seria di un'influenza per una pandemia letale, a me sembra una follia. Guardate i numeri». Burioni è il bersaglio che, rivedendo i suoi giudizi, aveva paragonato il coronavirus al pericolo dell'influenza spagnola di inizio 900.

 



Galeotto delle polemiche tra scienziati fu Twitter, dove in pochi giorni sono rimbalzati oltre 347mila tweet con hashtag coronavirusitalia. Burioni vanta ben 145mila follower e ha polemizzato a spada tratta, oltre che con la collega Gismondo, anche con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sentenziando: «Avete sbagliato con le vostre declamazioni tranquillizzanti, avete preso questa cosa alla carlona. La quarantena per chi arriva dalla Cina è l'unico modo per bloccare l'arrivo del virus».

Potenza dei social e Burioni annuncia l'uscita del suo libro «Virus la grande sfida». Gli ha risposto subito, ancora una volta, la dottoressa Gismondo, che lo sfida anche in libreria con il suo «Coronavirus, fake news vere e verità false». Ma le polemiche, tra altri esperti, si sono moltiplicate e si sono spostate anche sulle cure e i farmaci migliori.
 

«Stiamo attenti a non farci male da soli» ammoniva 10 giorni fa Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ospite via Skype di Bianca Berlinguer su Rai 3. Si riferiva all'annuncio che, a Napoli, all'ospedale Cotugno viene utilizzato un farmaco di solito usato per la cura dell'artrite reumatoide. Se ne parla, almeno sui mezzi di informazione campana, da almeno tre giorni. Il farmaco è stato proposto dall'oncologo Paolo Ascierto, responsabile della direzione Sperimentazione clinica all'Istituto per i tumori napoletano Pascale. In sintonia con i medici del Cotugno e del Monaldi (Rodolfo Punzi e Vincenzo Montesarchio), Ascierto ha suggerito l'uso del farmaco che ottiene buoni risultati su alcuni contagiati in terapia intensiva. L'Aifa aveva annunciato il sì al protocollo di sperimentazione, formalizzato in poche ore dal Pascale, ma il professore Galli dichiarava in tv: «È noto da tempo e usato dai colleghi di Bergamo, oltre che prima dai medici cinesi». Proprio con i medici cinesi Ascierto è da tempo in contatto, tanto da proporre la sperimentazione. Il giorno dopo, il medico napoletano viene sbeffeggiato da Striscia la notizia, che si becca una querela del Pascale. Ed è costretto a precisare: «Non ritengo opportuno in questo momento di grande tensione alcun tipo di polemica. Non ci risulta che qualcuno stesse trattando pazienti in contemporanea al Cotugno di Napoli con il farmaco in questione. Saperlo ci avrebbe aiutato. Non è importante il primato, noi l'abbiamo comunicato a tutti affinché tutti fossero in grado di utilizzare il farmaco in un momento di grande difficoltà».
 


E i primi risultati sono arrivati a Napoli, come a Padova. Il professore Galli non ha replicato, dimenticando anche che, il dieci febbraio, aveva dichiarato al Corriere della sera: «In Italia la situazione è sotto controllo, le misure assunte stanno contenendo il fenomeno. Il rischio di contagio arriva dai cinesi residenti in Italia».
L'impressione è che, di fronte a un nemico poco conosciuto, gli esperti, che in questi giorni godono di grande visibilità sui media, si lanciano in analisi e previsioni che sono poi costretti a smentire.
Eppure, medici, infermieri, personale sanitario sono in prima linea e molti tra loro sono rimasti contagiati dal virus. Così, ha avuto vita breve l'accusa di «leggerezza» lanciata un mese fa dal premier Giuseppe Conte al Pronto soccorso dell'ospedale di Codogno che aveva accolto il paziente uno il 21 febbraio. Ripensandoci, anche il premier ha detto in Parlamento: «C'è un tempo per tutto e questo non è tempo di polemiche». Speriamo. 

Ultimo aggiornamento: 13:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA