Da Rimini al Salento, la folle estate degli stupri

Venerdì 1 Settembre 2017 di Sara Menafra
Da Rimini al Salento, la folle estate degli stupri

Sono tutte storie atroci, quelle delle violenze sessuali. Che colpiscono molto spesso donne indifese, di qualunque età, aggredite mentre passeggiano, dormono, chiacchierano col fidanzato in penombra. I giornali in queste ore si riempiono di particolari preoccupanti, specie per la violenza con cui alcune vittime sono state annientate, ma i numeri raccontano un quadro diverso. Con numeri in aumento, ma non vertiginoso, e dove gli autori sono in grande parte uomini di nazionalità italiana.

I dati raccolti dal Viminale da gennaio a luglio scorso, dicono che le violenze sessuali nell'ultimo anno sono state 2.333, in grande maggioranza compiute da italiani. I dati delle denunce, che non sempre corrispondono ai numeri consolidati, 1534 e 904 da stranieri. L'anno scorso erano in tutto 2345, con un numero leggermente minore di italiani, 1474, e superiore di stranieri, 909.

I NUMERI
Posto che i numeri vanno analizzati anche in rapporto alla popolazione residente e quindi alla stragrande maggioranza di cittadini italiani presenti nella penisola - gli stranieri sono in tutto circa l'8% del totale di 60 milioni di abitanti - Demoskopica ha analizzato i dati degli anni passati, valutandoli anche sulla base della provenienza sia delle vittime sia degli aggressori. Dal 2010 al 2014 sono stati compiuti in Italia ben 22.864 stupri. Dividendoli per passaporto il primo gruppo di denunciati è composto largamente di italiani, il 61%. Dunque, tre violenze su cinque sono ad opera di uomini nati e cresciuti nel paese. Seguono denunce nei confronti di rumeni, l'8,6% (nel periodo interessato erano l'1,8% dei residenti) , di marocchini - 6% dei denunciati e 0,7% tra i presenti nel paese - e di uomini di nazionalità albanese - 1,9 tra arresti e denunce e 0,8% della popolazione.

LE DONNE
I numeri raccolti raccontano alcune storie ma ne nascondo altre, visto c he tra questi numeri non ci sono elementi che si possano collegare al disagio sociale o economico. Sono rilevanti, però, almeno un paio di altri numeri: tra le vittime, il 32% del periodo analizzato da Demoskopica sono straniere, su una presenza territoriale di circa il 4% del totale della popolazione (sono il 52% dei residenti con passaporto non italiano). Ma, probabilmente, il numero più amaro da leggere è quello delle aggressioni sessuali non denunciate: circa il 30% del totale.

Serve «un piano antiviolenza con misure di sostegno a favore delle donne vittime di abusi», ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, intervenuta a Pesaro alla Festa dell'Unità. Boschi ha poi fatto un accenno alle polemiche politiche di questi giorni sugli stupri avvenuti Rimini: «C'è chi è più attento ad avere un like in più piuttosto che badare al suo ruolo istituzionale» ha detto, ma «non si può prestare il fianco a polemiche che generalizzano su alcune categorie».

IL CASO RIMINI
Intanto proseguono le indagini sull'aggressione peggiore di questo agosto a tinte cupe. Gli investigatori di Rimini sono convinti di poter rintracciare gli autori dello stupro di gruppo della scorsa settimana entro pochi giorni. Anche perché ormai gli elementi che portano agli stessi volti si sommano gli uni agli altri. E l'obiettivo diventa dar loro, rapidamente, un nome.

Nelle scorse ore, sulla spiaggia della città è avvenuta un'altra violenza, ai danni di una quarantenne, ma l'uomo immediatamente arrestato non avrebbe alcun collegamento col branco della scorsa settimana. Intanto, anche il ragazzo polacco picchiato e rapinato quella notte ha riconosciuto nelle immagini raccolte dalle telecamere a circuito chiuse raccolte dagli investigatori della questura guidata da Maurizio Improta i volti di chi lo ha aggredito. E' la seconda conferma in pochi giorni: quarantott'ore fa, anche la trans aggredita quella stessa sera a poca distanza dal luogo della prima violenza ha visto in quei fotogrammi gli autori della violenza seriale.

Del resto, la telecamera stavolta li ha inquadrati davvero bene: in pieno volto, mentre passano davanti ad un palazzo videosorvegliato con fare agitato, come se fossero sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente.

Proprio perché quelle foto sono particolarmente buone, il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, ha voluto sentire per tutta la nottata di ieri le tre vittime per raccogliere ulteriori particolari e conferme. Quindi, le immagini sono state girate a tutti i corpi di pubblica sicurezza presenti nella zona per estendere il più possibile le ricerche. La speranza è che, una volta rintracciati i nomi, per i quattro diventi difficile evitare l'arresto.

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 01:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA