Un matrimonio da mille e una notte nella Reggia di Caserta ha acceso polemiche sull'uso a fini commerciali del monumento provocando la reazione, divertita e ironica, del direttore Mauro Felicori, che sulla sua pagina facebook ha postato un fotomontaggio in cui viene raffigurato come il boss delle cerimonie, Antonio Polese, deceduto qualche mese fa, famoso per il docu-reality trasmesso da Real Time in cui si dava conto dei matrimoni trash organizzati nella sua villa.
«Quanto incassato verrà usato per fini culturali» spiega Felicori, che poi rispedisce al mittente tutte le accuse, arrivate specialmente dal web, in cui gli è stato ricordato il no al matrimonio di Carlo di Borbone nel '98 e quello di qualche anno fa alla fantasie di Naomi Campbell. Ma allora la Reggia faceva parte del circuito delle Soprintendenze; oggi invece, nell'era della piena autonomia concessa alla Reggia dalla riforma Franceschini, cene di gala e matrimoni possono essere previsti. «Perché scandalizzarsi pregiudizialmente?» si chiede. «Io non ci vedo niente di male, il matrimonio è una esperienza nuova, ne trarremo insegnamenti per fare meglio in futuro».
Come per altre cene di gala, che spesso animano le serate della Reggia dopo l'orario di chiusura, anche per il matrimonio sono state concesse la Sala Romanelli, attigua alla Cappella Palatina, e altre sale non facenti parte del percorso di visita. Peraltro, durante l'allestimento, la Reggia è rimasta aperta, permettendo ai visitatori di osservare i preparativi. Gli sposi sono stati accolti, alla luce di potenti riflettori, da un lungo tappeto disteso dall'ingresso centrale fino allo scalone che porta agli appartamenti reali; le scale e i balconi sono stati ornati con rose, orchidee e altri fiori tutti bianchi.