Roma, festa dei giovani di Fratelli d'Italia: a Fenix i primi ospiti sono Gualtieri e La Russa

Dopo cinque anni di assenza ritorna la kermesse di Gioventù nazionale. L' "altra Atreju" tra fantasy, goliardia ma anche confronto politico e generazionale

Giovedì 29 Giugno 2023 di Luca Pulejo
Al via Fenix, la manifestazione dei giovani di Fratelli d'Italia. Primi ospiti Gualtieri e La Russa

«Che finimondo per un capello biondo che stava sul gilet». Le casse diffondono una versione remixata della vecchia canzone di Edoardo Vianello. Che è un po' lo spirito di Fenix, la manifestazione di Gioventù Nazionale (il movimento giovanile di Fratelli d'Italia): riprendere una tradizione del passato della destra - le cui sezioni giovanili sono sempre state molto attive nell'organizzare momenti di confronto - ma in chiave contemporanea. "Lo chiameremo futuro" è il titolo della quarta edizione al laghetto dell'Eur (che proseguirà fino a domenica). 

Fenix, la festa del movimento giovanile di FdI

A organizzarla è Fabio Roscani, 33 anni, deputato di FdI e leader di Gioventù nazionale. Che subito respinge l'etichetta di nuovo Meloni («Ti prego, non me l'accollare, poi io so' pure della Garbatella»). Se la generazione dell'attuale premier - ma anche di Donzelli e Fidanza - è cresciuta con Atreju (il protagonista del libro fantasy la "Storia infinita" che lottava contro il nichilismo) i suoi eredi hanno scelto l'immagine della fenice. «Rappresenta la rinascita dei movimenti giovanili di destra, dopo la stagione del Pdl», il grande partito di centrodestra che aveva inglobato anche l'allora sezione giovanile di Alleanza Nazionale. «L'ultima edizione era stata nel 2018 e quest'anno abbiamo deciso di riprendere», prosegue Roscani. Quali sono però i riferimenti di questi ragazzi? «Raccogliamo anche la tradizione politica della destra di Almirante», ma nel pantheon oggi ci sono soprattutto «Falcone e Borsellino».

Negli anni Settanta a destra (con Marco Tarchi e non solo) si inventarono i Campi Hobbit, citando Tolkien. Anche adesso il fantasy continua a farla da padrone: «Abbiamo dedicato un'edizione ad Hunger Games. Ma molti ragazzi qui amano anche Corto Maltese».


Come storicamente è sempre accaduto per i movimenti giovanili di destra, anche Gioventù Nazionale ha un certo grado di autonomia («non indipendenza», precisa Roscani) dal partito. Una libertà che si esplicava, in Atreju, negli scherzi agli ospiti: celebre l'appello all'inesistente popolo dei "kaziri" rivolto nel 2005 a Gianfranco Fini che cadde nel tranello. Qui invece - per ora - la goliardia si riversa sulla segretaria del Pd Elly Schlein e sulla sua frase dopo la vittoria delle primarie: nel prato c'è un pannello per i selfie con un'astronauta su cui c'è scritto «ci hanno visti arrivare».

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E poi c'è l'altra grande caratteristica delle kermesse giovanili di destra: il confronto con gli avversari politici. Se da Atreju sono passati Walter Veltroni, Fausto Bertinotti e Giuseppe Conte, qui invece ad aprire la manifestazione è il sindaco dem di Roma, Roberto Gualtieri: «Qua non ci sono ragazzi che ti hanno fatto campagna elettorale», ricorda Roscani prima dell'incontro sul palco. Tre giovani pongono le loro domande al sindaco su alcune questioni della Capitale, dall'edilizia pubblica ai trasporti. Alla fine, ci scappa pure qualche applauso. «Una bella occasione di confronto», la definisce Gualtieri, aggiungendo di avere «grande rispetto per le feste di partito e le organizzazioni giovanili di partito». E ancora: «Il confronto è il sale della democrazia e questo è stato bello, con idee diverse ma questo lo rende anche più stimolante».

Cori da stadio accolgono invece Ignazio La Russa, sul palco con il condirettore di Libero Pietro Senaldi. «Ignazio, Ignazio» e «C'è solo un presidente» per la seconda carica dello Stato, che si rivolge così al pubblico: «Pensare che ci sono tanti giovani, in momenti in cui il disimpegno è normale, che credono che ci siano valori come patria, sacrificio, storia... gente che ha la fiamma tricolore nel cuore, al di là del simbolo, che arde ogni giorno, mi rende orgoglioso del piccolo contributo che abbiamo dato per passare il testimoni».  

Un passaggio generazionale, per il presidente del Senato, che parte da lontano: «Se la generazione di mio padre, persa la guerra e sentendosi sconfitti - e non finti vincitori - non avesse scelto di accettare la democrazia (applauso della folla, ndr). Se la mia generazione con Pinuccio Tatarella e Gianfranco Fini - perchè non dirlo - non avesse raccolto la fiamma. Se insieme a Giorgia, e non solo Crosetto ma anche altri, non avessimo capito che il Pdl, da partito di centrodestra sul modello americano di bipolarismo, era tornato ad essere una nuova Forza Italia...». Tutti questi sono i passaggi che hanno condotto oggi la destra ad essere forza di governo. La Russa, li scandisce bene: «Movimento Sociale, Alleanza Nazionale e Fratelli d'Italia». Perchè per costruire il futuro occorre ricordare da dove si viene.

Ultimo aggiornamento: 23:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA