Napoli, scissione tra gli azzurri in Parlamento: nascono due club di tifosi

Il Napoli Club Parlamento elegge Cantalamessa (Lega) ma Cangiano (FdI) non ci sta e fonda un altro club

Martedì 12 Settembre 2023 di Riccardo Palmi
Scissione tra gli azzurri in Parlamento: nascono due club di tifosi del Napoli calcio

La maggioranza si è spaccata: non sulla legge di bilancio, né sul voto per le elezioni europee. A dividere i partiti della coalizione è il Napoli o, meglio, il club di suoi tifosi in Parlamento.

Andiamo con ordine: il fondatore (nel 2018) e ultimo presidente del Napoli Club Parlamento è Gaetano Quagliariello, che però non siede più tra gli scranni delle Aule e dopo due mandati ha deciso di lasciare all'apice: ossia, con il terzo scudetto del Napoli. La speranza, diventata presto miraggio, era quella di una candidatura unica per sostituirlo, nel nome dell'unità del tifo. Niente da fare: si presentano il leghista Gianluca Cantalamessa e Gerolamo (detto Gimmi) Cangiano, di Fratelli d'Italia. 

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Il voto

La sfida è serrata, ma si tratta: l'idea è quella di una staffetta, come Craxi e De Mita negli anni Ottanta. Due anni a testa. Invece no: secondo alcune fonti, il meloniano Cangiano si impunta, vuole un impegno pubblico, non basta un gentlemen's agreement. Non se ne fa nulla e allora non resta che la scelta degli elettori. Cangiano contesta la data per votare in quanto coincide con quella dell'Assemblea nazionale di FdI e riesce a ottenere solo un'apertura extra delle urne.

Nelle settimane prima del voto il leghista Cantalamessa costruisce un'alleanza trasversale. Su 77 iscritti a vincere sono l'astensionismo e proprio lui, che porta a casa 34 voti. Cangiano invece si ferma a 4. Due le schede bianche.  

Il nuovo Napoli Club è un inno alle larghe intese: Arturo Scotto (Pd) è il vicepresidente, nel direttivo ci sono tre M5S su cinque. Finita qui? Non proprio. Cangiano non ci sta e lancia la scissione: nasce il Napoli club Montecitorio, con alcuni esponenti meloniani e un paio di pentastellati. Cantalamessa, però, non si scompone: «Si è votato e gli iscritti hanno fatto una scelta». Qualcuno, a microfoni spenti, afferma: «Uno si è mosso con un minimo di compostezza istituzionale dialogando con i vari gruppi, l'altro come un rinoceronte in cristalleria». 

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Il ruolo

Ma alla fine, questo presidente del club di tifosi, che fa? In realtà, vista da fuori, sembrano più oneri che onori: organizzare un paio di pranzi l'anno, qualche trasferta all'estero per la Champions league, come quella per la scorsa finale tra Inter e Manchester City, organizzata dal presidente dell'Inter Club Ignazio La Russa. D'estate visite ai ritiri della squadra, durante l'anno occasioni di rapporto con le società di calcio. Sempre, richieste di biglietti da chicchessia. Sembra poco e invece: «Lasciare la presidenza dell’Inter club? Piuttosto lascio quella del Senato» ha detto qualche mese fa, con la consueta ironia, Ignazio La Russa.

Ultimo aggiornamento: 22:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA