Migranti, quali sono le «norme preistoriche» della Ue a cui si riferisce Mattarella

In visita in Polonia il Capo dello Stato ha sferzato in particolare quel "Trattato di Dublino" che regola la cosiddetta "prima accoglienza"

Martedì 18 Aprile 2023 di Francesco Malfetano
Migranti, quali sono le «norme preistoriche» della Ue a cui si riferisce Mattarella

«Norme preistoriche». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non poteva essere più chiaro nel chiedere a Bruxelles di affrontare in maniera coordinata il dossier immigrazione. In visita in Polonia (Paese come l'Italia alle prese con ondate di ingressi illegali che preoccupano il governo e spaventano l'opinione pubblica, spesso dalla Bielorussia) il Capo dello Stato ha sferzato in particolare quel "Trattato di Dublino" che regola la cosiddetta "prima accoglienza".
Vale a dire quel testo di riferimento per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, che affonda le sue radici addirittura negli anni '80, quando il problema migratorio era ben diverso da quello attuale. Il Trattato è infatti stato emanato dopo la convenzione omonima del 1990, con la partecipazione di tutti gli Stati membri tranne la Danimarca, più Svizzera, Liechtenstein, Irlanda e Norvegia.

Risulta invece in vigore dal 1997, venendo però modificato nel 2003 e nel 2013.

A COSA SERVE

Questo che sembra un dinosauro giuridico, definisce «i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide». Nel documento infatti, si afferma che gli «Stati membri esaminano qualsiasi domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide sul territorio di qualunque Stato membro, compreso alla frontiera e nelle zone di transito». L’obiettivo del trattato era quello di evitare che le richieste d’asilo venissero presentate in più Paesi Ue. Il regolamento però, è la critica che gli viene mossa, ha finito per lasciare il maggior peso degli sbarchi illegali sui Paesi che, per posizione geografica, si trovano sulle rotte migratorie: per quanto riguarda la frontiera mediterranea sono Italia, Grecia e Spagna.

LE POLEMICHE

A creare polemiche (e presumibilmente a ispirare nel suo affondo anche Mattarella) sono i criteri per determinare lo Stato membro competente, cioè quello che deve esaminare le richieste di asilo. Il Regolamento, infatti, prevede tre criteri di scelta, con i primi due però il più delle volte non applicabili. Sia il criterio che indica come competente lo «Stato membro dove può meglio realizzarsi il ricongiungimento familiare» che quello che invece individua «lo Stato membro che ha rilasciato al richiedente un titolo di soggiorno o un visto di ingresso in corso di validità», sono di fatti scarsamente utilizzati. Si passa, così, al terzo criterio di scelta: il testo prevede che le richieste di asilo siano esaminate nello Stato di primo ingresso illegale. In base a questo criterio, ad esempio, è Roma a doversi fare carico delle richieste dei migranti che sbarcano lungo le coste italiane. Per gli altri Paesi dell’Unione, il regolamento prevede degli obblighi di solidarietà non del tutto definiti: possono partecipare alla redistribuzione dei migranti oppure sostenere finanziariamente i Paesi di primo approdo oppure offrire altre forme di aiuto.

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