C’è chi dice che la visita di commiato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a papa Francesco non è un fatto usuale. E c’è chi ricorda che l’ultima di questo tipo fu quella di Francesco Cossiga a Giovanni Paolo II il 27 aprile 1992. Di fatto, oggi, la visita. E mentre Mattarella va dal Pontefice, convinto del proprio no a una mandato bis sul Quirinale, nei palazzi della politica, e soprattutto al Nazareno, sede del Pd, si è convinti che Bergoglio o chi meglio interpreta il suo pontificato guardi a un presidente che erediti lo stesso “centrismo” di Mattarella: oltre che sul premier Mario Draghi, Oltretevere il consenso andrebbe su due donne, Marta Cartabia ed Elisabetta Belloni.
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Mattarella, da parte sua, ha partecipato a diversi appuntamenti pubblici presieduti dal Papa, in Vaticano ma anche a Roma. Su tutti, l’incontro internazionale di preghiera per la pace tra le grandi religioni mondiali, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio nella piazza del Campidoglio il 20 ottobre 2020. Non solo: nel febbraio dello stesso anno aveva presenziato anche all’evento della Cei “Mediterraneo frontiera di pace”, che si è svolto a Bari. La visita di congedo è anche la conclusione, almeno istituzionale, di un rapporto tra Capo dello Stato italiano e capo del mondo cattolico che è stato di sintonia politico-culturale in questi anni. Anzitutto suo rapporti Stato-Chiesa. La Costituzione italiana – ha detto Bergoglio tempo fa - ha promosso «una peculiare forma di laicità, non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa, seppure nella rigorosa distinzione delle competenze proprie delle istituzioni politiche da un lato e di quelle religiose dall’altro». Grazie a questo nel settennato mattarelliano le relazioni hanno funzionato. Non potrà essere Mattarella, vista l’indisponibilità, ma un presidente alla Mattarella sarebbe graditissimo all’altra sponda del Tevere.