Manovra, le notti insonni degli onorevoli tra thermos di caffè e cene a base di pizzette: viaggio nei lavori della commissione Bilancio

Il resoconto dei lavori in vista dell'approvazione: "Non ci si deve mai distrarre. Uno dorme, gli altri fanno passare un emendamento che può contenere qualsiasi cosa"

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Mario Ajello
Manovra, le notti insonni degli onorevoli tra thermos di caffè e cene a base di pizzette: viaggio nei lavori della commissione Bilancio

Il ministro Giancarlo Giorgetti: «Eh, in tempi di Finanziaria non si dorme...». Il viceministro Maurizio Leo: «Eh, non si dorme quando c’è la legge di bilancio...».  Sì, lo sanno tutti che in tempi di manovra è così. Ed è questo - restare spalancate - è il destino cinico e baro  per le palpebre degli onorevoli nottambuli che non possono appisolarsi neppure mezzo secondo sennò gli avversari hanno buon gioco su emendamenti e altre diavolerie.

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Manovra, le notti insonni dei parlamentari

Il thermos di caffè - «Un barile», lo descrivono i membri insonni della commissione bilancio nella sala del Mappamondo di Montecitorio rimasta aperta h24 fino all’approdo oggi in aula del testo della legge - lo hanno portato i dem ma ha aiutato sia l’opposizione sia la maggioranza. «Non potevamo negare qualche sorsetto ai nostri colleghi governativi», ammette l’ex viceministro Misiani, notoriamente un buonista oltre che un grande esperto della materia finanziaria. Nella notti su notti, nella notte finale, si è svolta questa conversazione tra due leghisti: «Che tortura questa legge di bilancio, ma che ore sono?», «Le 2», «Le 2eee?!», «Era meglio quando eravamo all’opposizione, si dormiva di più e c’erano meno responsabilità, bastava fare un po’ di casino e poi andarsene a dormire», «Ma lo sai che un cinghiale ieri notte ha rigato la macchina a mia moglie?». «Ma davvero?», «Una piaga.

Sono una piaga questi cinghiali. Abbiamo fatto bene a mettere nella legge che li possiamo uccicere», «Zitto, che se ci sentono vengono qui sotto a Montecitorio, tanto ormai anche il centro di Roma è quasi loro, e ci mangiano».

La maratona in commissione

L’uscita all’alba dalle maratone notturne di questi giorni - «Ma è sempre stato così», dicono al Mef e inutile lamentarsi troppo e infatti nessuno si lamenta perché manca la forza anche per piagnucolare e gli occhi sono troppo secchi per poco sonno per produrre lacrime ovviamente di coccodrillo - ha infatti dovuto scontare anche il rischio cinghiali sia pure scherzosamente: «E se mangiano noi e con noi anche il testo della legge che ci è costato tante veglie?». E’ un simbolo la foto alle ore piccole dei renzian-calendisti Marattin e Richetti all’opera nel pieno della notte alla camera, con il primo dei due con il pc poggiato sulle ginocchia per scoprire come migliorare una «manovra sbagliata» e il collega che ha ricevuto varie telefonate dalla compagna (a sua volta in politica) che gli ha detto ciò che lui sa benissimo sulla propria pelle e sulle proprie palpebre vigili e attente e guai a farle calare: «Così è, così è, così è, caro Matteo: con la finanziaria non si dorme».

A un certo punto della notte, l’altra notte, quelle della maggioranza si accorgono che si è fatto tardi e parte il grido proveniente dalla pancia: «Ma un ristorante aperto? Una trattoria che ci possa portare almeno un pezzo di carne?». «Magari è ancora aperto Maxel che è proprio qui dietro? O qualche locali alle Coppelle?». Niente: sono quasi le due del mattino e c’è poco da ingurgitare, a parte gli emendamenti. Parte una richiesta al sottosegretario leghista Freni: «Quanto manca alla fine del lavoro?». E lui: «Dipende da voi». I meno esperti si rivolgono a un importante capo di gabinetto e gli domandano: ma perché la legge di bilancio dev’essere fatta sempre così, sempre trafelati, stremati, di notte, all’ultimo momento? Risposta: perché solo così noi, gli unici che la capiamo, possiamo controllarla. Magari, invece, è solo questione che non ci si riesce a mettere d’accordo anche perché la materia è delicatissima e incandescente.

Fuori dal Palazzo

Ma adesso il pacchetto è arrivato all’aula e si può stare più sereni: «Bene, è andato tutto bene e anche meglio che nelle passate edizioni», dice soddisfatto il capogruppo di FdI, Foti. Mentr da fuori del Palazzo quelle iene dei twittaroli e degli scriventi da social non sono mai contenti e scrivono cose così: «Deputati e senatori che guadagnano 15mila euro al mese postano foto evidenziando la fatica per aver lavorato anche la notte. Forse lo fanno una volta all’anno, a tanti poveri mortali invece accade sempre». E comunque nella notte, tra i parlamentari del pd, si rievocano - per tenersi svegli grazie agli aneddoti - anche altre notti: «Come dimenticare quando Berlusconi tardò 24 ore la consegna della finanziaria, e Scalfaro lo fulminò e pretese la consegna prima delle prime luci dell’alba... ». 

La sala del Mappamondo

Le poltronicine rosse in fondo alla Sala del Mappamondo sono state soprannominate «il dormitorio». Chi si è voluto appisolare, si è rintanato per qualche mezza decina di minuti - e abbassando un occhio solo perché occorre sempre vigilare un po’ - in questa zona franca. Insomma non ci si deve mai distrarre, in commissione bilancio. Uno dorme, gli altri fanno passare un emendamento che può contenere qualsiasi cosa. E infatti il verde Bonelli dichiara: «Mai chiuso occhio». «A un certo punto - racconta - vedo che sta succedendo qualcosa. Che cosa? Li vedevo là, tutti tesi, quelli della lobby della caccia». E in effetti. stavano partorendo il diritto ad abbattere i cinghiali in città. Intorno a lui i colleghi di opposizione e di maggioranza ammettono;: «Si lavora male e non si possono dormire sonni tranquilli quando, oltre a tutte le difficoltà abbiamo anche le lobby che da fuori ci guardano con sospetto». C’è chi borbotta come Federalberghi e chi no. A un certo punto di sente un «evviva!», non squillantissimo però perché la mancanza di sonno influisce anche sul tono di voce, quando passa l’emendamento dem dell’onorevole Vaccari. Vengono stanziati aiuti strutturali per le imprese agricole colpite dalla flavescenza dorata, un parassita che minaccia zone sempre più estese di vigneti. «Ma non c’è nemmeno un po’ di bino per brindare?», ci sio chiede. No, e sono quasi le 4 del mattino. E si è potuto mangiare - da parte degli onorevoli semi-sdraiati solo qualche pizzetta e qualche panino portati dai commessi. La patria avrebbe potuto rifocillare meglio i suoi eroi, alcuni dei quali però - dopo qualche insistenza - hanno ottenuto le lasagne. Buone ma senza sugo di cinghiale.

Ultimo aggiornamento: 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA