Pensioni, nuove rivalutazioni. Ma c’è il rischio slittamento: non per tutti arriverà a gennaio 2023

Tra le modifiche anche assunzioni per ministeri, Polizia e Vigili del fuoco. Corsa contro il tempo, l’obiettivo è andare in Aula domani: verso il voto di fiducia

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Luca Cifoni
Pensioni, nuove rivalutazioni. Ma c’è il rischio slittamento: non per tutti arriverà a gennaio 2023

Più assunzioni per i ministeri e le forze dell’ordine. Revisione del meccanismo di rivalutazione delle pensioni, con l’incremento fino a circa 600 euro al mese (solo per un anno) di quelle minime ma anche lo slittamento di fatto degli adeguamenti per alcuni milioni di trattamenti.

Aumento delle sigarette dimezzato, con un impatto ridotto a circa 10 centesimi a pacchetto, compensato dal rialzo del tabacco trinciato. La legge di Bilancio procede faticosamente verso il via libera alla Camera, previsto al momento per domani con probabile voto di fiducia, tra gli emendamenti del governo e le proteste dell’opposizione: proteste concentrate oltre che sui ristrettissimi tempi per il dibattito anche sui 200 milioni già spesi e quindi sottratti al tradizionale “tesoretto” di coperture destinate alle modifiche parlamentari. I residui 200 potrebbero essere divisi con la maggioranza.

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LA SCALETTA

Sul fronte previdenziale l’esecutivo ha deciso di rivedere la “scaletta” delle percentuali di incremento, da applicare agli assegni per il recupero almeno parziale dell’inflazione 2022. Il principio è abbastanza semplice: confermato l’adeguamento al 100 per cento per i pensionati che percepiscono fino a 2.100 euro al mese lordi (i quali quindi avranno un incremento del 7,3 per cento) il recupero sarà leggermente potenziato per chi si colloca tra i 2.100 e i 2.600 lordi circa (ovvero tra quattro e cinque volte il trattamento minimo Inps) e al contrario leggermente ridotto per tutti coloro che sono al di sopra di questa soglia. Concretamente, per una pensione da 2.500 euro lordi al mese il miglioramento rispetto allo schema precedente sarebbe di circa 5 euro netti, grazie alla percentuale di rivalutazione elevata dall’80 all’85. 
Mentre per una da 6 mila mensili, che supera le dieci volte il minimo, il minor recupero sarà di otto euro netti, sempre al mese, perché si scende dal 35 al 32 per cento. Le tre fasce intermedie avranno percentuali decurtate di 2 o 3 punti. Dal punto di vista del bilancio pubblico si tratta di un’operazione neutrale: i vantaggi per alcuni compensano le perdite degli altri. Costerà invece 270 milioni l’ulteriore e temporaneo incremento delle pensioni minime sollecitato in particolare da Forza Italia: oltre alla rivalutazione del 7,3 per cento avranno uno scatto aggiuntivo del 6,4 (era l’1,5 nella versione originaria della legge di Bilancio), scatto che però produrrà i suoi effetti solo quest’anno. In questo modo gli assegni saliranno dagli attuali 525 a 597 euro al mese. C’è però una complicazione pratica: i trattamenti fino a 2.100 euro lordi mensili avranno l’aumento (pieno) da gennaio, mentre per tutti gli altri la rivalutazione parziale arriverà solo a febbraio o marzo (naturalmente con gli arretrati) perché sono ormai scaduti i tempi tecnici necessari all’Inps per ricalcolare tutti gli importi. Lo slittamento secondo la Cgil riguarderà circa 4 milioni di trattamenti medi o alti. Tra le modifiche volute dal governo trova posto anche un corposo pacchetto di assunzioni. Quasi 2 mila riguardano i ministeri, con Giustizia, Agricoltura e Esteri che fanno la parte del leone, mentre la Ragioneria generale dello Stato avrà 150 funzionari e assistenti in più per seguire il Pnrr. Per la polizia penitenziaria i nuovi ingressi sono 1.000 scaglionati in quattro anni, mentre viene costituito un fondo con una dotazione di 90 milioni per il 2023, poi destinata a crescere gradualmente, che servirà a finanziare per le forze di polizia e i vigili del fuoco ulteriori assunzioni in deroga a quelle già previste. Per queste categorie viene anche finanziato un fondo per la stipula di polizze per la responsabilità civile verso terzi.

LE SCUOLE PARITARIE

Altre novità riguardano le scuole paritarie che avranno 30 milioni in più, le Casse private di previdenza per le quali sarà definito un quadro regolamentare che ne favorisca gli investimenti e il fondo destinato a rimborsare le spese processuali agli imputati assolti: quest’ultimo passerà da 8 a 15 milioni l’anno e i relativi pagamenti arriveranno in una sola soluzione anziché in tre rate. Confermata la norma ideata per salvare le società calcistiche, permettendo loro di versare in 60 rate le tasse sospese durante la pandemia. Ulteriori correzioni potranno arrivare con emendamenti dei relatori. Va ancora ridefinita la norma relativa a 18App, il bonus cultura per i diciottenni, mentre non è chiara l’evoluzione finale di Opzione donna: l’uscita con il contributivo per le lavoratrici resta al momento nella versione con forti vincoli definita nelle settimane scorse dall’esecutivo.

Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 01:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA