Dis, l’intelligence e la sfida cyber: «Minacce a 360 gradi dal terrorismo alle fake news»

L’apertura della scuola di formazione del Dis e mantovano legge un discorso scritto dall’AI

Sabato 20 Aprile 2024 di Federico Sorrentino
Dis, l’intelligence e la sfida cyber: «Minacce a 360 gradi dal terrorismo alle fake news»

«Una nuova alba, un rinascimento digitale caratterizzato dall'intelligenza artificiale».

All'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di formazione dell'intelligence, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha così definito l'era dell'intelligenza artificiale, «una forza trasformativa che ha il potenziale per riformulare profondamente il nostro modo di vivere, lavorare e interagire». Un rinascimento che va però gestito e accompagnato, per questo diventa fondamentale la professionalità. Alla Scuola di formazione dell’intelligence spetta il compito «di curare l’addestramento operativo» dei funzionari ma «prima ancora la formazione a 360 gradi - avverte il sottosegretario - perché ormai è a 360 gradi che si presenta la minaccia alla nostra sicurezza nazionale, dal terrorismo internazionale alla criminalità organizzata, alla minaccia ibrida, dalla proliferazione al cyber».

La scuola di formazione è nata con la legge 124/2007 che istituì il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e riformò il Comparto dell’intelligence italiana. Tra i compiti ci sono la formazione di base e continuativa e l’aggiornamento del personale Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna). Presenti alla cerimonia le massime autorità: il presidente della Camera Fontana, la vicepresidente del Senato Ronzulli, il vicepresidente della Corte Costituzionale Prosperetti, il ministro dell’Università e della Ricerca Bernini, il viceministro della Giustizia Sisto, il presidente del Copasir Guerini.

Massima attenzione, secondo Mantovano, va data alle fake news generate dalle nuove forme di intelligenza: «La galassia dei social network e l'improvvisa diffusione dell'IA hanno dimostrano quanto l'accurata e laboriosa ricerca del vero si impone come esigenza non solo esistenziale ma anche sociale e politica». C'è quindi «l'esigenza di cogliere il vero in fenomeni così complessi e preoccupanti, di dotarsi di strumenti necessari per comprendere come stanno le cose».

LA SORPRESA

Al termine dell'intervento il sottosegretario ha poi rivelato di non aver espresso suoi pensieri nell'introduzione dell'intervento ma di aver letto lo stralcio di un articolato discorso che un software IA aveva sviluppato per suo conto. Dimostrazione pratica dei rischi generati dall'IA: «Se aveste letto questo brano sui social associato al mio nome lo avreste senza problemi attribuito a me. Quindi attenti ai falsi».

La direttrice generale del Dis, Elisabetta Belloni, ha ricordato come il modus operandi degli 007 sia «riservato, si svolge nell’ombra e dovrebbe sempre sfuggire dalla ricerca di visibilità o da logiche di ritorno». Sfide complesse, ha aggiunto, richiedono professionalità e formazione costante «a tutto campo, dall'analisi geopolitica ed economica all'informatica alla conoscenza delle lingue, anche rare, all'uso delle tecnologie più avanzate compresa l'Intelligenza artificiale». Una funzione, quella della formazione, alla quale «assolve la Scuola dell'intelligence» attraverso «un'offerta formativa ampia e specializzata». A questo proposito la direttrice, che ha ringraziato Mattarella per la presenza con cui ha riconosciuto l'impegno profuso dagli 007, ha ricordato i protocolli recentemente siglati con i ministeri dell'Istruzione e dell'Università definendoli «utilissimi strumenti per il nostro lavoro».

L’UOMO E LA MACCHINA

Nella cerimonia c'è stata anche la lectio magistralis del neurochirurgo Giulio Maira: «Grazie all'IA si può accedere a informazioni in una scala dimensionale prima nemmeno pensabile. Questo ci aiuta a pensare meglio perché i dati sono uno strumento essenziale per gli scienziati». C'è però una differenza «irriducibile» tra uomo e macchina. «Come capirono già gli antichi filosofi - ha sottolineato Maira - la specificità dell'uomo dipende dal fatto che il cervello è parte integrante del corpo, sorgente permanente delle emozioni che interagisce con altri corpi, con i quali convive ed empatizza costituendo la nostra intelligenza».

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