Edoardo Leo sul palco dell'Ariston per presentare la nuova fiction Rai, "Il Clandestino", ma soprattutto per un monologo in cui parla dell'importanza di fare cultura.
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Il monologo di Edoardo Leo
«L’altra straordinaria medicina è ridere. Dobbiamo tenerci cari i nostri artisti, perché ridere resta un atto incredibile. Si tratta di un comportamento primitivo, è un segnale che mandiamo a chi sta intorno a noi: vuol dire “non sono in pericolo”. Per questo i neonati imparano a ridere prima che a parlare».
«Abbiamo inventato delle convenzioni, come l’applauso, ma ridere è incontrollabile. Ad ogni latitudine ridiamo allo stesso modo. La satira è sempre uno sberleffo al potere. Gli artisti sono sentinelle preziose della democrazia, e spesso sono il primo bersaglio di un potere malato. Vedere come un Paese tratta i propri artisti è un buon indicatore della sua salute democratica. La commedia è racconto delle nostre vite. Ridere di noi è fare cultura. Quando il sole della cultura è basso, anche i nani sembrano dei giganti. Stiamo attenti allora che il sole della cultura rimanga sempre a mezzogiorno, è l’ultimo spiraglio di luce prima del buio».
L'attore romano sul palco dell'Ariston ha presentato la serie tv che lo vede protagonista, "Il Clandestino": 6 puntate che andranno in onda su Rai1 a partire dall'8 aprile.