Ebrahim Raisi, chi è il falco iraniano (discepolo di Ali Khamenei) che ama i social network

Eletto il 18 giugno 2021, sessantaduenne, è il tredicesimo presidente della Repubblica islamica

Sabato 11 Novembre 2023
Ebrahim Raisi, chi è il falco iraniano (discepolo di Ali Khamenei) che ama i social network

Ebrahim Raisi, che oggi ha tuonato contro Israele al vertice della Lega araba a Riad, è il presidente dell'Iran.

Eletto il 18 giugno 2021, sessantaduenne, è il tredicesimo presidente della Repubblica islamica. È capo del sistema giudiziario conservatore e ha vinto al primo turno le presidenziali diventando così il successore di Hassan Rohani. Ebrahim Raisi è nato il 14 dicembre 1960 a Mashhad, la città santa sciita nel Nord-Est del paese: suo padre, Seyed Haji, morì quando Ebrahim aveva solo 5 anni.

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Ebrahim Raisi, discepolo di Ali Khamenei

Delfino e discepolo della Guida suprema Ali Khamenei, vicino da sempre ai vertici dei Pasdaran e degli altri gangli controllati dai conservatori, Raisi proviene come il suo mentore dalla comunità religiosa della città settentrionale di Mashad, dove ha diretto per tre anni, dal 2016 al 2019, l'imponente fondazione economico-religiosa del santuario dell'Imam Reza. Raisi è reduce da quattro decenni all'interno del sistema giudiziario, in cui è entrato nel 1981. Nell'estate 1988, fa parte della cosiddetta commissione della morte, creata per valutare i casi di diverse migliaia di prigionieri politici che si trovavano in carcere da anni con pene detentive. Secondo quanto rivelato dall'Ayatollah Hossein-Ali Montazeri, il successore in pectore dell'Ayatollah Khomeini che cadde in disgrazia nel 1989, la commissione condannò a morte almeno 3000 prigionieri. Raisi ha smentito di aver personalmente emesso le sentenze nei suoi rari interventi pubblici sul tema. Ciononostante, in occasione del quarantesimo anniversario dell'occupazione dell'ambasciata Usa a Teheran nel novembre 2019, il Tesoro americano incluse Raisi nella lista di alti funzionari iraniani soggetti a sanzioni a causa di violazioni dei diritti umani e Amnesty International ha chiesto ieri l'avvio di indagini nei suoi confronti.

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Ebrahim Raisi, la lotta alla corruzione

Raisi ha coperto per lungo tempo posizioni di rilievo dal 1989 in poi, quali procuratore di Teheran, capo del Tribunale speciale per il clero, sino a diventare capo del sistema giudiziario dal 2019. Negli ultimi anni Raisi si è calato nel ruolo di paladino della lotta contro la corruzione endemica che ha minato l'economia iraniana ma non ha, contrariamente a quanto ha affermato in campagna, posto fine alle procedure giudiziarie contro giornalisti ed esponenti della società civile. Nel corso dell'ultima campagna elettorale Raisi ha continuato a cercare il voto giovane, dicendosi dispiaciuto delle carenze della banda larga che impediscono le attività dei gamers, ma fiero dei suoi milioni di follower su Instagram. In tutte le sedi internazionali ha assunto forti posizioni anti-Israele che reputa una «organizzazione terroristica».

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