Iran, quale strategia nella guerra Israele Hamas? Il sostegno (indiretto) a Jihad e Hezbollah ha una ragione precisa

Teheran vuole creare disagi in tutti i Paesi arabi che stanno tentando una riconciliazione con gli israeliani

Mercoledì 1 Novembre 2023
Iran, quale strategia nella guerra Israele Hamas? Il sostegno (indiretto) a Jihad e Hezbollah ha una ragione precisa

L’Iran avrebbe aiutato a preparare l’attacco di Hamas contro Israele. I membri della Guardia Rivoluzionaria iraniana avrebbero contribuito a pianificare l'assalto del 7 ottobre fin dallo scorso agosto e avrebbero persino dato il via libera al suo inizio, secondo fonti di Hamas e Hezbollah citate dal “Wall Street Journal”. I dettagli sarebbero stati elaborati in riunioni a Beirut tra funzionari iraniani, membri di Hamas (il gruppo che controlla la Striscia di Gaza) e rappresentanti di Hezbollah (il gruppo presente in Libano).

Oggi i leader iraniani sono certi che la polveriera mediorientale stia per esplodere e che l'assedio di Israele a Gaza «può costringere tutti ad agire». Parola dello stesso presidente dell'Iran Ebrahim Raisi. 

«Ma Teheran vuole evitare di cadere in una trappola» evidenzia il quotidiano britannico The Guardian. «Si appoggia invece alle milizie per procura presenti nella regione, appartenenti al cosiddetto asse di resistenza, per lanciare attacchi limitati contro le basi militari israeliane e statunitensi in Iraq e Siria». L’uso delle forze per procura, primo fra tutto Hezbollah in Libano ma anche Hamas e la Jihad islamica palestinese a Gaza, è quasi una caratteristica della politica estera iraniana: mentre le sostiene Teheran dichiara che «agiscono in modo indipendente».

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Forze della resistenza e autonomia dall’Iran

«L'Iran dà potere, sostiene, guida, ma raramente ordina» spiega Emile Hokayem, dell'Istituto Internazionale di Studi Strategici al quotidiano britannico. «I partner dell’Iran sono come fratelli d’armi minori ma fidati - evidenzia l'esperta - Hamas (e anche Hezbollah) non si aspettano un aiuto diretto e duraturo da parte dell’Iran durante un conflitto. I partner dell'Iran prendono la loro decisione e cercano il consenso iraniano. Ho il sospetto che non faranno qualcosa a cui l'Iran si oppone, ma hanno un ampio margine di manovra».

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I rapporti tra Hamas e l'Iran

Le origini di Hamas affondano nei Fratelli Musulmani, un gruppo musulmano sunnita, e tali radici in passato hanno agito come un vincolo sulle relazioni con l'Iran. «Lo scoppio della guerra in Siria nel 2011 - scrive il Guardian - ha inasprito le relazioni tra Hamas e Iran, dal momento che Teheran, a guida sciita, ha sostenuto il regime di Assad e Hamas ha sostenuto l’opposizione a maggioranza sunnita».

Al tempo del conflitto di Gaza del 2012 - come ricostruice il Guardian - Hamas lanciava razzi Fajr-5 iraniani a lungo raggio contro Tel Aviv e Gerusalemme. Dopo la crisi di Gaza del 2021, il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha elogiato l’Iran per aver consentito un intenso bombardamento, sottolineando che Teheran «non si è tirata indietro con denaro, armi e supporto tecnico». La stessa Hamas aveva affermato che un generale dell'ala principale delle forze armate iraniane, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), li ha «armati e guidati». Nel gennaio 2021, il comandante della forza aerospaziale dell'Irgc Amir Ali Hajizadeh aveva dichiarato: «Tutti i missili che potreste vedere a Gaza e in Libano sono stati creati con il sostegno dell'Iran».

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Gli attacchi del 7 ottobre e la regia dell'Iran

Gli Stati Uniti hanno sempre negato di avere prove che dimostrassero il diretto coinvolgimento dell'Iran nell'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso. Un rapporto del Wall Street Journal affermava che gli assalti erano stati pianificati durante riunioni a Beirut a cui partecipavano Hamas e Hezbollah, e che a questi incontri regolari aveva partecipato due volte il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Ma l'Iran stesso aveva sponsorizzato la visita del ministro a Beirut, e sembra improbabile che le agenzie di stampa iraniane rendessero pubblico un incontro in cui si discuteva dell'attacco a Israele.

I delegati di Teheran

In Libano Hezbollah ha sia un partito politico che una forza militare che, nel corso di tre decenni, ha costruito un rapporto con l’Iran fondato sulla fiducia e sull’interesse reciproco. La sua campagna di attacchi, bombardamenti, dirottamenti e scontri militari diretti con Israele negli anni '90 e 2000 ha servito gli obiettivi strategici di Teheran in Medio Oriente senza alcuno scontro militare diretto con Israele. Dal 7 ottobre è aumentato il lancio di razzi dal Libano meridionale e sono stati uccisi molti combattenti di Hezbollah. Ma l’Iran sarebbe riluttante a impegnarsi in una seconda guerra come quella che nel 2006 devastò il Libano.

Nello Yemen l’Iran ha fornito armi alle forze ribelli sciite Houthi conosciute come “Ansar Allah” che per anni hanno bloccato l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

In Siria il presidente Bashar al-Assad, deve la sua sopravvivenza politica all'Iran da quando Teheran ha fornito le forze di terra - circa 80.000 uomini, molti dei quali provenienti da Hezbollah - che, insieme all'aviazione russa, hanno represso la rivolta interna.

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L’asse della resistenza e l'ipotesi guerra totale

Secondo Michael Knights del Washington Institute for Near East Policy le parti coinvoilte hanno iniziato un gioco mortale fin dal 2019 «quando le milizie sciite irachene hanno ricevuto droni da Teheran, a condizione che non uccidessero troppi americani». «Quello che hanno fatto gli iraniani - ha spiegato Knights - è un modo perfetto per agitare gli americani e far crescere la resistenza contro la loro presenza nella regione senza però provocare pesanti ritorsioni militari statunitensi». Una guerra totale segnerebbe la fine di questa strategia.

La polveriera Medio Oriente 

Il piano di pace tra Arabia Saudita e Israele è sospeso. L'ex ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, in un discorso della scorsa settimana ha affermato che Israele, in un certo senso, ha già perso da quando il mito dell'invincibilità del paese è stato distrutto. Con l’Iran allineato con il mondo arabo precedentemente diviso, l’Iran si trova in una posizione più forte di prima, sostenendo che sono gli Stati Uniti e Israele ad aver perso il sostegno popolare. Che fosse l’intenzione o una conseguenza,  Zarif ritiene che la priorità numero uno di Israele adesso sia cercare di attirare gli Stati Uniti in una guerra contro l'Iran, ma gli Stati Uniti non lo vogliono.

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Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA