Berlusconi, il testamento: la quota decisiva a Marina e Pier Silvio e la scadenza del 30 settembre. Ecco cosa sappiamo

La ripartizione della quota disponibile e l'assegnazione agevolata delle case e ville

Venerdì 16 Giugno 2023 di Rosario Dimito
Berlusconi, il testamento: quel 18% decisivo a Marina e Pier Silvio e la scadenza del 30 settembre. Ecco cosa sappiamo

Silvio Berlusconi ha precostituito l’indirizzo della successione contenuta nel testamento depositato presso il notaio Arrigo Roveda di Milano e aggiornato poco più di due mesi con il lascito a Marta Fascina.

Sarà aperto tra qualche settimana. Gli indizi sulla destinazione della quota disponibile del 20,2% di Fininvest racchiusa nelle Holding Prima, Seconda, Terza e Ottava, facente capo all’imprenditore e che custodisce il 61,21% di via Paleocapa, partono proprio dagli assetti delle quattro finanziarie. 

Testamento di Berlusconi, spunta anche un altro erede? Cosa si è scoperto

Le quote

Ed è questo lo snodo cruciale perchè Fininvest possiede il 49% di MFE-Mediaset, il 53% di Mondadori, il 30% di Mediolanum. I consigli delle quattro holding sono tutti presieduti da Giuseppe Spinelli, ragioniere contabile storico dell’imprenditore milanese, custode di tutte le sue attività, ricchezze e anche segreti che è anche al vertice di Immobiliare Idra, la società real estate controllata da Dolcedrago, di cui è vicepresidente, e ha le proprietà immobiliari e le ville. La Dolcedrago era nel cuore del cavaliere, visto che fino a dicembre 2005 ne era presidente e fu costretto a dimettersi, essendo premier, per la legge sul conflitto di interessi e il regolamento approvato dall’Antitrust sulle procedure di controllo degli organi di governo. Ma nei cda delle quattro Holding al vertice della catena societaria ci sono soltanto Marina e Pier Silvio che si alternano alle vicepresidenze: due a testa con la primogenita che è numero due della Prima e della Terza mentre il fratello è vice della Seconda e Ottava.

Marina poi possiede direttamente Holding Quarta, titolare del 7,65% di Fininvest, Pier Silvio possiede Holding Quinta (7,65%) mentre Barbara, Eleonora, Luigi, figli del secondo matrimonio con Veronica Lario, sono radunati in H14 cui fa capo il 21,42% della holding di via Paleocapa. Queste percentuali comunque andranno calibrate alla luce delle disposizioni testamentarie che Berlusconi ha costruito in modo ordinato per non squilibrare gli interessi economici di tutti i figli in un dosaggio che comunque deve conservare la leadership di Marina e Pier Silvio, in una cornice dove tra le raccomandazioni future, il capostipite dovrebbe prevedere un indirizzo unitario e unanime nelle grandi decisioni, specie quelle riguardanti la vendita di MFE. 

Gli eredi

Infatti, la presenza dei due figli maggiori, nati dal matrimonio con Carla Dall’Oglio, nella stanza dei bottoni delle quattro finanziarie di Berlusconi, sarebbe la dimostrazione del ruolo attribuito da tempo dal padre a entrambi affinchè assicurassero la continuità e stabilità del patrimonio, almeno quello riconducibile alla Fininvest e che contiene le società quotate e quindi più in vista con un valore di mercato di 3 miliardi che potrebbe lievitare parecchio in caso di offerte esterne, specie sulla holding televisiva diritto olandese, essendo domiciliata ad Amsterdam. Nello spirito paritetico, equilibrato della redistribuzione degli asset, applicando le norme della successione che attribuisce agli eredi i 2/3 del patrimonio, con la legittima Marina e Pier Silvio si attesterebbero al 31,63% mentre gli altri tre salirebbero in maggioranza relativa al 45,91% che è un dosaggio di equilibri troppo sbilanciato e che certamente Berlusconi non avrà determinato per non indebolire la leadership dei figli maggiori. Le alchimie, meglio i correttivi quindi, si giocano attraverso l’assegnazione della quota disponibile (1/3) pari a circa il 20,2% di Fininvest, così quindi nelle ultime volontà potrebbe essere stata disegnata una governance azionaria dove circa i 2/3 della quota disponibile (18%), quella libera da vincoli di legge, andrebbe a Marina e Pier Silvio attestandoli appena attorno al 48% lasciando agli altri tre la quota residua.

 

E i figli del secondo matrimonio potrebbero essere compensati con tutti gli altri beni, tra case, immobili, ville, opere d’arte. Quanto al cash, contrariamente a molte indiscrezioni, Berlusconi non disponeva di ingenti risorse liquide, tanto che si lamentava con i suoi consulenti invitandoli a una gestione oculata degli investimenti. In tutto potrebbe aver avuto una cinquantina di milioni contanti, parte dei quali destinati all’ultima compagna Marta Fascina. Detto questo, la prossima assemblea di Fininvest del 29 giugno per bilancio e rinnovo del cda è impermeabile rispetto ai nuovi equilibri, in quanto per statuto, il consiglio viene rinnovato ogni anno e si prevede una conferma in toto: per le quattro holding di Silvio voterà il legale rappresentante Spinelli e nel board c'è un posto vuoto per la morte di Niccolò Ghedini che non dovrebbe essere sostituito. E comunque nello spirito di stabilità e continuità della gestione, Berlusconi dovrebbe aver fissato, come Leonardo Del Vecchio in Delfin, un meccanismo decisionale dell’unanimità o quasi tra i fratelli, per cedere asset strategici come MFE. Nella Delfin serve un quorum dell’85%.

L'impero

Dell’asse ereditario del fondatore dell’impero ed ex presidente del consiglio, oltre alle società quotate, ai fini di eventuali compensazioni giocano le altre partecipazioni della Fininvest (venture capital, aerei, elicotteri, terreni in Sardegna, immobili, ville, il teatro Manzoni e il Monza calcio. Ma la ripartizione di questi beni, quasi certamente sarà definita attraverso perizie da compiere. Parte dei beni rientrano nel patrimonio di Immobiliare Idra, controllata da Dolcedrago. Sono Villa Certosa e Villa Tattilo entrambe a Porto Rotondo, Villa Zeffirelli a Roma, Villa Lampara a Cannes mentre appartengono al patrimonio personale di Berlusconi Villa Campari, che si trova sul Lago Maggiore, Ville Due Palme a Lampedusa, Villa Belvedere a Macherio e la celebre Villa San Martino di Arcore. Una cosa, secondo i consulenti vicino alla famiglia di Arcore, appare inevitabile. In attesa delle perizie e relative valutazioni per la riattribuzione dei beni agli eredi, c’è una scadenza tassativa che impone una scelta immediata: l’ultima legge di bilancio ha fissato al 30 settembre la data entro la quale compiere assegnazioni agevolate di beni immobili ai soci in cambio del pagamento di tasse ridotte. Questo significa che fino a quando si aprirà il testamento che comprende una moltitudine di asset e si avrà una visione generale dei lasciti e dell’intera successione, sarà inevitabile che le proprietà immobiliari come le ville vengano parcheggiate momentaneamente alla Fininvest per non perdere il vantaggio di pagare oneri ridotti. E poi a perizie e calcoli definiti si vedrà come trasferire i beni agli eredi designati.

Il patrimonio

Il valore complessivo del patrimonio immobiliare è incerto perchè risente della volatilità del settore dipendente dalle variabili macroeconomiche di tassi e inflazione ma anche componenti extra. Secondo le ultime stime di mercato potrebbe valere circa 800 milioni. Una ventina di anni fa Berlusconi pare abbia rifiutato un’offerta di 450 milioni da un magnate arabo per la residenza in Costa Smeralda, nel 2015 si erano fatti avanti Mohammed bin Nayaef, principe dell’Arabia Saudita, i reali Al Nayah di Abu Dhabi e alcuni oligarchi russi amici di Putin che avrebbero offerto 500 milioni per Villa Certosa. A fine 2021 una perizia di Francesco Magnano, consulente di Berlusconi, certificava un prezzo di 259,5 milioni sempre per la tenuta in Sardegna.

La valutazione di Villa Certosa è allegata alle carte di un bond 2021-2027 da 80 milioni al tasso del 2,7% collocato da Immobiliare Idra e sulla residenza di Porto Rotondo è stata iscritta un’ipoteca di secondo grado. Dal punto di vista contabile invece, il patrimonio di Idra valeva 176 milioni a fine 2022, in calo rispetto 185,5 milioni del 2021 e la società ha chiuso l’esercizio in rosso di 9,5 milioni, con 259,9 milioni di debiti tra cui 67 milioni di un finanziamento concesso da Berlusconi. E’ evidente che il coinvolgimento delle ville di Idra nel testamento, dovrà tener conto degli oneri che pesano sulla società e che necessitano di valutazioni singole degli asset prima di procedere a una eventuale assegnazione singola ai vari eredi. Le ville hanno valori differenti. Diverso il discorso delle residenze singole di proprietà del fondatore e anche in questo caso sarà necessario un perito per quantificarne la valutazione.

Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA