Berlusconi, la sua Roma: Palazzo Grazioli, l'antiquariato di via dei Coronari e le cene (che non amava) in centro

Una Roma “lavorativa”, alla “milanese”: questa è la Capitale del Cav. Poche uscite per negozi e quasi sempre gli stessi. Cravatte? Non solo Marinella

Lunedì 12 Giugno 2023 di Fernando M. Magliaro
Roma di Silvio: Palazzo Grazioli, la passione per via dei Coronari e le cene in centro (che non amava)

Una Roma “lavorativa”, alla “milanese”: questa è la Capitale di Silvio Berlusconi. Niente cene fuori, se non quelle politiche. Di lui si ricordano due gelati presi uno da Giolitti e uno a piazza Navona. Poche uscite per negozi e quasi sempre gli stessi.

La passione per gli antiquari di via dei Coronari e quella per il gioielliere “La Bottega dell’Argento”.

Il giro della Roma di Berlusconi parte da Palazzo Grazioli a via del Plebiscito. Edificato nel XVI secolo su progetto di Giacomo Della Porta, venne dato in affitto a Berlusconi nel 1995. E per 25 anni, fino al 2020, è rimasto, al pari della brianzola residenza di Arcore, il simbolo romano del potere di Berlusconi: qui si tenevano i vertici politici, qui si decidevano nomine e destini. A meno che il palcoscenico del potere non si spostasse altrove. Come nel famosissimo caso del “patto della crostata”: anno 1997, alla Camilluccia, dove abita Gianni Letta - l’eminenza grigia di Berlusconi - si incontrano Berlusconi e Gianfranco Fini con Massimo D’Alema e Franco Marini. Il nome “patto della crostata” lo conia l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, perché il dolce servito e preparato dalla moglie di Letta, Maddalena, è una crostata. Per inciso, il “patto” - mai confermato ma anzi bollato come «inciucio», cioè pettegolezzo, da D’Alema - si sarebbe incentrato sul non fare andare al voto una legge di regolamentazione delle frequenze tv che, se approvata, avrebbe obbligato Mediaset a vendere una rete. Di solito, però, incontri e vertici, ricevimenti e trattative si tengono a palazzo Grazioli.

Di quei fasti, due, fra le altre, le testimonianze tangibili: il bivacco costante di giornalisti, fotografi e cameramen in attesa di commenti, dichiarazioni, interviste e scoop. E, forse, ancor di più, la necessità per Atac, disposta per ragioni di ordine pubblico, di spostare la fermata dei bus che era proprio davanti all’ingresso del palazzo. 

A poca distanza, andando su via del Plebiscito e percorrendo lo stesso marcipiede di Palazzo Grazioli, poco prima di arrivare a Largo Argentina, c’è La Bottega dell’Argento. Due vetrine, con oggetti di magnifica fattura esposti. Qui, Berlusconi entrava per fare acquisti di cadeaux e souvenir con i quali era solito omaggiare i visitatori e le visitatrici di Palazzo Grazioli.  Allontanandosi di poco, andando al Pantheon, due ristoranti dove Berlusconi andava.

Berlusconi morto, Emilio Fede in lacrime: «Io e lui come fratelli, ecco come è nata la nostra amicizia»

CENE POLITICHE

Non erano cene di piacere. Com’è noto, Berlusconi non amava andare a cena fuori, al contrario di molti altri politici usi frequentare molti ristoranti gourmet del centro storico. Lui preferiva rimanere e mangiare a casa. Anche perché, fra i suoi collaboratori, non c’erano solo politici o giornalisti, ma anche rinomati cuochi. E questo nonostante dai racconti dei commensali di Palazzo Grazioli o di Arcore trapeli quanto Berlusconi amasse la cucina semplice. 
E semplici erano comunque anche i suoi pasti nei tre ristoranti dove di solito si riunivano i cardinali di Forza Italia: Armando e Fortunato al Pantheon e il Bolognese a piazza del Popolo. 
I racconti di chi lo ha servito in tavola coincidono: «Di solito arrivava verso la fine del pasto» raccontano camerieri e maître di sala. «Arrivava all’ultimo, preceduto di qualche minuto dalla scorta che ci informava del suo arrivo. La cena volgeva ormai al termine e spesso ci siamo domandati se non arrivasse avendo già cenato perché invariabilmente si faceva portare una verdura cotta, come spinaci o cicoria o asparagi, e poi frutta fresca. Però, a differenza di altri politici sempre un po’ alteri, lui chiedeva, parlava con noi e era sempre pronto a scattare una foto insieme al personale di sala».

 

CRAVATTE? NON SOLO MARINELLA

È nota la passione di Berlusconi per le cravatte di Marinella, la grande casa sartoriale napoletana. Il presidente russo, Vladimir Putin, ne ha 300. E la maggior parte gliele ha donate proprio Berlusconi. Una fedeltà che, però, di tanto in tanto, veniva meno: si contano acquisti di cravatte sia da Battistoni a via dei Condotti che da Damiano Presta e via Cola di Rienzo. Infine, il “gran tour” della Roma di Silvio Berlusconi non poteva che passare per via dei Coronari, la storica strada delle grandi botteghe antiquarie di Roma. 

Le pagine dei giornali sono ricche di aneddoti e acquisti di pregiati pezzi di antiquariato che Berlusconi negli anni ha portato a termine. E la visita ai 500 metri di via dei Coronari era frequente: con la scorta che discretamente si appostava un po’ prima dell’arrivo di Silvio, spesso accompagnato da Gianni Letta. 

Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA