Jaguar e villa con i soldi della cocaina trafficata da Ponte Felcino: maxi sequestro a ndranghetista

Giovedì 22 Aprile 2021
Jaguar e villa con i soldi della cocaina trafficata da Ponte Felcino: maxi sequestro a ndranghetista
IL CASO
Un'auto incendiata a San Sisto. Siamo nel 2001 e quella macchina data alle fiamme è un segnale inquietante. Di metodi criminali, mafiosi. Di sgarri che vanno pagati, di situazioni che vanno appianate. Perché ci sono in ballo soldi, quelli che soltanto il traffico di cocaina può assicurare. Un traffico, lo definì allora la procura «non particolarmente significativa, per quanto riguarda le quantità, ma continua, sistematica, con fonti di approvvigionamento in ambito calabrese e piccoli spacciatori locali».
In questo contesto emerge una figura considerata di un certo livello: quella di Salvatore Papaianni, all'epoca 27enne, ma che assume una caratura di tutto rispetto agli occhi dei calabresi di Perugia che le indagini affidate nel 2002 alla squadra mobile dimostreranno essere al centro di questo smercio di cocaina fatta arrivare dalla Calabria e poi venduta in città.
Ebbene, venti anni dopo la guardia di finanza di Perugia confisca a Papaianni 230mila euro di patrimonio. Un patrimonio illecito, secondo gli investigatori, accumulato anche con i traffici illeciti che mise in piedi a Perugia nei pochi mesi in cui si trovò a vivere e operare, tra 2001 e 2002. Il provvedimento di sequestro era stato eseguito nel 2019 ma poi Papaianni, attualmente detenuto nel carcere di Benevento per il reato di associazione di stampo mafioso, si era opposto. Negli ultimi tempi, però, l'Appello si è espresso contrariamente al ricorso che aveva presentato e dunque è arrivata la confisca.
Una Jaguar, un'abitazione sul mare a Cirò Marina, conti correnti bancari: questo il tesoretto confiscato dai finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria, diretti dal colonnello Danilo Massimo Cardone e coordinati dal tenente colonnello Antonella Casazza, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
«L'attività trae origine da una complessa indagine che ha permesso di ricostruire minuziosamente la posizione patrimoniale del soggetto, rilevando evidenti sproporzioni tra i redditi conseguiti in maniera lecita e i beni in possesso dell'indagato, il cui curriculum evidenzia il coinvolgimento, fra l'altro, nel traffico di sostanze stupefacenti effettuato all'interno della provincia di Perugia - confermano dal comando provinciale . L'importanza del ruolo ricoperto dal soggetto all'interno della ndrangheta è emersa anche nell'ambito dell'operazione STIGE della D.D.A. di Catanzaro, dalla quale risulta che all'uomo erano state demandate, per conto della cosca Farao-Marincola, funzioni di controllo del porto, della flotta peschereccia e delle infrastrutture portuali di Cirò Marina. Il soggetto, riconosciuto socialmente pericoloso ai sensi della normativa antimafia, sarà sottoposto, al termine della carcerazione, alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 4 anni, recentemente confermata dalla Corte d'Appello di Catanzaro che ha rigettato il ricorso».
Michele Milletti
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