Teatro stabile friulano, Consiglio diviso

Martedì 25 Giugno 2019
A PALAZZO D'ARONCO
UDINE Il consiglio comunale dice sì al Teatro Stabile Friulano: nonostante qualche perplessità sul piano economico-finanziario (definito «da brividi»), M5S e quasi tutto il centrosinistra si sono astenuti mentre Prima Udine ha votato a favore; unico no, quello di Federico Pirone (Innovare): «Se è vero che ci sono 600mila friulanofoni, è altrettanto vero che non tutti sono per forza interessati al teatro in friulano ha detto -; e d'altronde, se ci sono già realtà che se ne occupano bene, come l'Accademia Nico Pepe, il Css e il Teatro Giovanni da Udine, che senso ha unirli a soggetti che non lavorano nel campo teatrale per creare un'associazione che dovrebbe gestire circa 600mila euro l'anno? Inoltre, con un biglietto a 15 euro e un cachet che varia da 4 a 8mila euro per spettacolo, pensate davvero di riuscire a rientrare nei parametri ministeriali che prevedono tra le 80 e le 100 messe in scena? Siamo tutti a favore della lingua friulana, ma questo strumento, al netto della retorica, è fragile».
Pirone non si è fatto convincere dall'assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot, che aveva parlato della nascita dell'associazione come di un «momento storico» e aveva invitato ad un voto unanime: «Qui c'è la possibilità di riunire tutte le migliori energie della città aveva detto -, abbiamo voluto un soggetto plurale e partecipato: è una battaglia a favore dell'intero Friuli. Dobbiamo lavorare di corsa per presentare domanda di contributo al Fondo Unico per lo Spettacolo per il prossimo triennio. Il piano economico, che non intacca la realtà finanziaria del Comune, prevede di portare a Udine circa 600mila euro l'anno per il Teatro: credo sia un fiore all'occhiello perché sono risorse che serviranno a sviluppare nuove professionalità e posti di lavoro».
Carlo Giacomello (Pd) e Domenico Liano (M5Stelle) hanno motivato le rispettive astensioni: «Abbiamo perplessità sulle cifre perché significa giocarsi tutto, ma l'astensione è un atto di fiducia verso il sindaco. Vigileremo».
Nonostante abbia definito da brividi il piano economico, Enrico Bertossi (Prima Udine) ha votato a favore: »Andiamo ad affrontare un'avventura che può comportare oneri assai rilevanti per il Comune. Di positivo, però, c'è la condivisione del progetto da parte di numerosi enti e il fatto che le risorse per il friulano saranno concentrate su questo e non disperse in mille rivoli».
LA SURROGA DI MAZZA
Al posto del dimissionario Marcello Mazza (Lega), in consiglio è entrato Paolo Foramitti. L'opposizione, però, non ha mancato di sottolineare come ad andarsene, «a causa della mancanza di dialogo e ascolto», sia stato il capogruppo del partito del sindaco.
LA MOZIONE REGENI
Monica Paviotti ha presentato un testo contro la scelta di Fedriga di togliere lo striscione dalle sedi della Regione. «Qui, già mesi fa Fontanini aveva detto che è opportuno che lo striscione rimanga sul palazzo comunale ha spiegato la consigliera Pd -, e io qui vorrei fosse fatta sentire la nostra voce, il nostro impegno nella ricerca della verità, che non ha colore politico».
«Questa amministrazione ha già preso l'impegno e nessuno vuole cancellarlo», le ha risposto Enrico Andreucci Florio (Lega), ma la maggioranza non ha tradito il Governatore e ha cassato il documento come divisivo e politicizzato.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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