Minoranze all'attacco Il Patto: è mancata la regia

Domenica 24 Gennaio 2021
Minoranze all'attacco Il Patto: è mancata la regia
LE REAZIONI
UDINE «La seconda ondata di Covid-19 ha avuto un impatto devastante in Friuli Venezia Giulia e i numeri dicono che non possiamo essere soddisfatti di come è stata gestita. Non siamo più disposti a sentir dire che non era possibile fare diversamente. Da giugno a ottobre non atti ufficiale dei vertici sanitari regionali per la prevenzione della seconda ondata. Assente l'Arcs, l'Azienda nata per il coordinamento È necessario verificare se le scelte compiute dalla Regione sono state quelle giuste. Non è possibile aspettare fine febbraio per audire medici e sanitari in III commissione consiliare». È l'attacco sferrato ieri dal Patto per l'Autonomia all'indirizzo del Governo regionale e in particolare dei vertici delle strutture che gestiscono la sanità in regione. Seppur mai citato esplicitamente, al centro dell'attenzione il vicepresidente della Regione e assessore alla Salute Riccardo Riccardi, ma con lui anche la Direzione regionale salute e l'Arcs, l'Azienda regionale di coordinamento per la salute che, creata nel 2018 proprio per coordinare l'attività delle Aziende sanitarie territoriali, secondo il Patto è stata una delle grandi assenti nei mesi in cui si sarebbe potuto agire per prevenire il ritorno in grande stile del virus. A partire dalle dai dati che rivelano un'impennata dei decessi in Friuli Venezia Giulia nei mesi di ottobre e novembre (+25,5% rispetto a quanto è accaduto negli stessi mesi tra il 2015 e il 2019), il Patto non si è ritenuto soddisfatto della «passerella dei dirigenti», come l'ha definita ieri il consigliere del Patto Giampaolo Bidoli, avvenuta in III commissione il 3 dicembre per aggiornare sullo stato dell'arte. Così il gruppo consigliare il 4 dicembre ha chiesto un accesso agli atti «per verificare quali siano state le indicazioni formali date dalla Regione al sistema sanitario nelle sue articolazioni tra giugno e ottobre per prevenire la seconda ondata», ha spiegato Moretuzzo. La risposta è giunta dopo un mese, 10 giorni e due solleciti, hanno specificato gli autonomisti, che sono rimasti «sorpresi» da quanto ricevuto. «Soprattutto perché ha sottolineato Moretuzzo non c'è nessun atto ufficiale dell'Arcs, la struttura nata per il coordinamento. In elenco, del resto, solo un documento del 27 agosto con le indicazioni per il tracciamento e uno di fine ottobre con il Programma operativo per la gestione dell'emergenza, che non ha però indicazioni puntuali per la prevenzione». Da qui la rinnovata richiesta del Patto affinché il Consiglio regionale, attraverso la III commissione, ascolti « i medici e i rappresentanti delle categorie sanitarie subito, non a fine febbraio», ha affermato Moretuzzo. Che ha avvertito: «Non siamo disponibili a dire che tutto va bene e a sentire che non era possibile fare altro. Dobbiamo verificare l'appropriatezza delle scelte compiute dalla Regione, così come quella dei professionisti che operano ai vertici».
TAMPONI IN FARMACIA
Pungoli al Governo regionale ieri anche dalla consigliera dei Cittadini Simona Liguori che ha ricordato essere «passato più di un mese da quanto abbiamo chiesto, di trovare un accordo con le associazioni dei farmacisti per rendere questi presidi sanitari punti per i test rapidi antigenici. La risposta, allora, era stata che si è già al lavoro per questo, ma a quanto pare la situazione non si è ancora sbloccata». La consigliera Dem Mariagrazia Santoro ha detto di «stare ancora aspettando risposte forti sul personale sanitario» che manca e il consigliere del M5S Andrea Ussai ha presentato un'interrogazione «per conoscere i motivi di alta mortalità per Covid in regione».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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