LE SEGNALAZIONI
UDINE Fatturazioni sbagliate per l'energia elettrica, servizi

Sabato 13 Ottobre 2018
LE SEGNALAZIONI
UDINE Fatturazioni sbagliate per l'energia elettrica, servizi non richiesti sul telefonino, contratti per comprare materassi o vaporiere firmati con l'inganno o comunque senza che il destinatario ne fosse consapevole, senza contare i casi più eclatanti che hanno riempito le cronache, dal risparmio tradito alle famigerate multe ai varchi della ztl a Udine. Sono una valanga le segnalazioni che arrivano alla Federconsumatori di Udine. E la neopresidente del sodalizio udinese, che conta oltre 2.400 iscritti, Erica Cuccu, 32 anni, già nell'ufficio di presidenza e responsabile regionale per il settore energia, è pronta ad affrontarle. Sul fronte interno all'associazione, dopo il terremoto seguito alle dimissioni di Barbara Puschiasis dalla presidenza regionale, Cuccu ricorda che «la questione era a livello regionale. Conto che il clima si rassereni ulteriormente». Anche sui ricorsi per le banche, dice, «ogni associazione segue la sua linea, ma bisogna fare fronte comune». Dopo le banche, quali sono le nuove emergenze? «I problemi che riguardano la telefonia e l'energia sono quelli che più coinvolgono i nostri sportelli - spiega Cuccu, che succede a Wanni Ferrari -. Sicuramente continueremo sulla strada delle conciliazioni, che si sono concretizzate molto bene». In media, spiega «ci sono minimo 5 appuntamenti al giorno per la telefonia e altrettanti per l'energia, per un totale di oltre 1.500 casi l'anno in entrambi i settori». In particolare, nell'area palmarina, ce n'è stato uno eclatante che ha riguardato una giovane coppia con figli. «Una signora friulana si è vista arrivare una fattura da oltre 10mila euro da parte di una società di vendita di energia. Siamo riusciti a farne annullare più della metà grazie all'istituto della prescrizione, così non dovrà pagare 10mila euro ma 4mila». Ma come si è arrivati alla fattura monstrum? «C'è stato - spiega Cuccu - un ritardo nella fatturazione. Non le hanno mai inviato fatture dal 2006 al 2016. Si sono dimenticati. La signora aveva anche fatto dei solleciti, era preoccupata: c'erano i consumi, ma non le sono mai arrivate le bollette da quando ha attivato la fornitura. Poi, tutto in un colpo, nel 2018 le è arrivata una fattura da 10mila euro». «Abbiamo proceduto alla conciliazione davanti all'autorità garante, dove la controparte si è presentata conti alla mano e si è provveduto a stilare il verbale che ha valore di accordo transattivo. In sostanza, i consumi dal 2013 al 2016 sono dovuti, mentre dal 2006 al 2012 compreso non sono stati ritenuti dovuti». L'altro fronte caldo è quello della telefonia, «per addebiti per servizi non richiesti, dall'oroscopo al meteo che fanno scattare un sovrapprezzo anche di 700-800 euro, attivazioni tardive, doppia fatturazione...». Senza contare che «abbiamo oltre un migliaio di istanze da parte dei risparmiatori delle banche venete - spiega la neopresidente -. La media? Si parla di 80mila euro, ma abbiamo seguito anche casi di cittadini che avevano investito fino a un milione di euro. Non nababbi, ma persone che spesso hanno investito i risparmi di una vita o la liquidazione. Per il ristoro, sarà da vedere quali adempimenti ci saranno per eventuali arbitrati. Le novità sono attese la prossima settimana. Ma noi siamo già pronti. Avremo un pool di esperti, fra cui l'economista Gianni Zorzi e anche i legali della consulta giuridica. Inoltre, stiamo formando 30 volontari per assistere i consumatori». Ora «dobbiamo attendere i decreti. Purtroppo non ci sono tutti i fondi per risarcire neanche al 30%. Bisogna vedere che risorse metteranno e come si svolgeranno in modo pratico i ricorsi, che si andranno a promuovere». Ma i cittadini bussano a Federconsumatori anche per le vendite on line «su siti non accreditati» e soprattutto «per diversi casi di vendita a domicilio - dice la presidente - con contratti palesemente truffa in cui i consumatori vengono magari invitati a sottoscrivere un documento per la consegna del catalogo o la presa visione e invece non sanno che così si impegnano magari per un contratto da tremila a cinquemila euro, per l'acquisto di beni, che si tratti di una batteria di pentole o di un materasso. Firmano al venditore sulla porta di casa e poi si accorgono di essersi presi un impegno di tremila, quattromila o cinquemila euro quando arriva il venditore per l'ordine, quando ormai sono già decorsi i termini per il diritto di recesso».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci