LA PROTESTA
PORDENONE «Mancanza di personale sanitario, in particolare di infermieri. Disparità contrattuali economiche tra sanità pubblica e privata. Norme che obbligano gli infermieri pubblici dipendenti al vincolo di esclusività che li lega all'azienda di appartenenza ed impedisce a questi di effettuare turni fuori servizio presso case di riposo. Una grave situazione che sta mettendo a serio rischio assistenza i tanti anziani presenti nelle residenze».
È l'intervento del consigliere regionale dei Cittadini, Tiziano Centis, in merito all'emergenza che sta colpendo le case di riposo della provincia di Pordenone, sempre più a corto di personale infermieristico. E la vicenda arriverà anche in consiglio regionale. «Presenterò una interrogazione all'assessore alla Sanità Riccardo Riccardi per chiedere quali azioni intende assumere - ha aggiunto il consigliere Tiziano Centis -.
Nell'ultimo assestamento di bilancio di luglio, sono stati inseriti 7,5 milioni di euro per sostenere le case di riposo per quanto riguarda le spese Covid e la mancata occupazione dei posti letto come conseguenza della pandemia. Si è trattato di un'importante boccata di ossigeno per i bilanci delle strutture, ma non basta. In questo anno e mezzo di pandemia, personale sanitario, infermieri, in particolare delle case di riposo, hanno gestito ritmi e carichi di lavoro superiori al dovuto. Turni e notti infinite, straordinari che ormai non si contano più. Una situazione generale che stimola la fuga degli infermieri dalle case di riposo e che pone sempre più a serio rischio i tanti anziani che necessitano di assistenza e cure».
Si apre, un fronte importante anche perchè la fuga di infermieri dalle case di riposo mette a rischio i servizi in molti istituti dove è sempre più complicato trovare personale. A questo si aggiunge la fuga vero il Veneto dove vengono pagati di più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE «Mancanza di personale sanitario, in particolare di infermieri. Disparità contrattuali economiche tra sanità pubblica e privata. Norme che obbligano gli infermieri pubblici dipendenti al vincolo di esclusività che li lega all'azienda di appartenenza ed impedisce a questi di effettuare turni fuori servizio presso case di riposo. Una grave situazione che sta mettendo a serio rischio assistenza i tanti anziani presenti nelle residenze».
È l'intervento del consigliere regionale dei Cittadini, Tiziano Centis, in merito all'emergenza che sta colpendo le case di riposo della provincia di Pordenone, sempre più a corto di personale infermieristico. E la vicenda arriverà anche in consiglio regionale. «Presenterò una interrogazione all'assessore alla Sanità Riccardo Riccardi per chiedere quali azioni intende assumere - ha aggiunto il consigliere Tiziano Centis -.
Nell'ultimo assestamento di bilancio di luglio, sono stati inseriti 7,5 milioni di euro per sostenere le case di riposo per quanto riguarda le spese Covid e la mancata occupazione dei posti letto come conseguenza della pandemia. Si è trattato di un'importante boccata di ossigeno per i bilanci delle strutture, ma non basta. In questo anno e mezzo di pandemia, personale sanitario, infermieri, in particolare delle case di riposo, hanno gestito ritmi e carichi di lavoro superiori al dovuto. Turni e notti infinite, straordinari che ormai non si contano più. Una situazione generale che stimola la fuga degli infermieri dalle case di riposo e che pone sempre più a serio rischio i tanti anziani che necessitano di assistenza e cure».
Si apre, un fronte importante anche perchè la fuga di infermieri dalle case di riposo mette a rischio i servizi in molti istituti dove è sempre più complicato trovare personale. A questo si aggiunge la fuga vero il Veneto dove vengono pagati di più.
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