Illy verso l'uninominale, LeU apre al Pd

Martedì 16 Gennaio 2018
Illy verso l'uninominale, LeU apre al Pd
DOPPIO SCENARIO
TRIESTE Riccardo Illy non ne fa un mistero: non freme dalla voglia di correre per accaparrarsi un seggio in Parlamento. E nemmeno per farsi garantire l'elezione con un paracadute nel listino della quota proporzionale.
Del resto, a guardare la realtà, non ne ha bisogno: se dovrà effettivamente giocare un ruolo da riserva della Repubblica per gli assetti nazionali prossimi venturi, occupare un seggio parlamentare non riveste una preminenza straordinaria.
Anzi, l'industriale del caffè lascia intendere senza giri di parole che tutto desidera fuorché tagliare le gambe ad altri, figuriamoci se poi si tratti di un amico come Franco Iacop, suo ex assessore regionale e attuale presidente del Consiglio di piazza Oberdan, in predicato di candidarsi quale capolista al Senato nella quota regionale proporzionale, ossia in un seggio blindato poiché almeno un senatore i Dem porteranno a casa in Friuli Venezia Giulia perfino in caso di Caporetto elettorale.
LE OPZIONI
Pertanto delle due l'una: o Illy non partecipa all'agone per Camera e Senato in programma il 4 marzo, oppure scende in campo in un collegio maggioritario: uno contro uno e chi perde resta a casa. Operazione non priva di rischi, questa, dove tuttavia Illy può spendere la carta del proprio carisma e della propria credibilità per conseguire quel valore aggiunto in termini di consensi che è proprio il bottino auspicato da Matteo Renzi e da tutta la ditta del partito democratico con lui e altre figure extra-partitiche nel Paese.
Se sarà corsa in un collegio maggioritario, resta da vedere dove tale corsa andrà in scena, ossia se Illy correrà prevalentemente in casa, ossia a Trieste, o se magari si prospetterà una sorta di replica dello scontro con Renzo Tondo, ma stavolta per il Senato, anche perché il collegio uninominale di Trieste dovrebbe essere già stato prenotato in quota Dem da Debora Serracchiani.
Una cosa appare sicura e viene del resto certificata dal capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato: domani la Direzione nazionale del partito esaminerà i casi delle deroghe per le candidature di chi abbia già svolto una pluralità di mandati elettivi, ma non si scenderà nell'alta definizione delle eccellenze da mettere in campo, sul come e sul dove posizionarle sul terreno del gioco elettorale.
A SINISTRA
Ma intanto si anima in misura importante il confronto a sinistra: «Se il Pd è davvero interessato all'alleanza, allora la segretaria regionale Antonella Grim costituisca un tavolo di discussione e non sia il candidato presidente Dem, Sergio Bolzonello, a telefonare a esponenti del nostro schieramento». È la riposta che arriva da Liberi e Uguali del Fvg, per voce del coordinatore e senatore ex Pd Carlo Pegorer, alla chiamata all'unità politico-elettorale del Centrosinistra lanciata di nuovo da Grim e dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, dopo che in Lazio LeU e Pd sono riusciti a trovare l'accordo sul candidato alla presidenza della Regione Nicola Zingaretti.
L'auspicio in casa Dem, naturalmente, è che la stessa convergenza si attui in regione per il voto del 29 aprile: «In Lazio c'è chiarezza di schieramento e accordo su un programma ben definito», risponde Pegorer, mentre «qui si vorrebbe che ci sedessimo al tavolo dove qualcuno ha già calato i suoi assi e non intende rimuoverli». Il riferimento, anche esplicito, è al candidato alla presidenza del Pd, cioè Bolzonello. «Per cominciare la discussione prosegue il coordinatore regionale si liberi il tavolo. Quindi, ci si misuri con una lettura critica di questi cinque anni di governo», intendendo con ciò, per esempio, «verificare quanti posti di lavoro a tempo indeterminato si sono creati con gli incentivi che hanno avuto le aziende e quanti tirocini si sono tradotti in occupazione duratura». Dopo la disamina, «si ragioni su quali politiche e con quale metodo sia possibile rispondere alle urgenze del territorio, recuperando così la distanza in termini percentuali che secondo i sondaggi ci separa dal Centrodestra».
IL PESO SU BOLZONELLO
L'esortazione che arriva dunque dall'ala sinistra del Centrosinistra è che «la segretaria Grim si dia da fare», con l'avvertimento però che «Bolzonello non può essere interprete della nuova stagione del Centrosinistra». Per LeU, su di lui pesano i cinque anni da vicepresidente della Giunta Serracchiani. Per non alimentare interpretazioni, Pegorer smonta anche chi vorrebbe LeU Fvg interessato a una candidatura alla presidenza di Riccardo Illy: «Nel 2008 ci ha lasciati da soli. Inoltre, quanto a visione sul fronte economico e degli investimenti pubblici, credo ci separi una certa distanza», conclude Pegorer.
LA RINUNCIA DI RUSSO
Intanto il senatore uscente Dem Francesco Russo ha annunciato ieri sera a Trieste il ritiro dalla competizione parlamentare in favore - come anticipato dal Gazzettino - di una partecipazione alle elezioni regionali.
Maurizio Bait
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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