Il Pd: riassegnare gli alloggi militari

Domenica 19 Gennaio 2020
Il Pd: riassegnare gli alloggi militari
IL CASO
UDINE In Friuli Venezia Giulia c'è sempre fame di alloggi popolari, poco più di anno fa, stando al bilancio sociale delle Ater, erano 12.236 le domande valide in graduatoria per l'assegnazione di alloggi ma il 79% delle richieste non era stato soddisfatto, anche a causa della mancanza di alloggi pronti da assegnare. Ricette magiche per tagliare le liste d'attesa non ce n'è, ma una risposta potrebbe arrivare dalla riassegnazione degli alloggi della Difesa, un tempo usati per i militari e oggi vuoti. Il tema si ripropone dopo le verifiche avviate sugli alloggi del ministero della Difesa. Terra di caserme e di divise, il Friuli Venezia Giulia conta il più alto numero di questi alloggi. 16.398 in Italia tra Esercito, Marina e Aeronautica. 1.300 nella nostra regione, di cui 1.151 per l'Esercito, 8 per la Marina e 141 per l'Aeronautica. La fetta più grossa di questi alloggi, quelli destinati ai militari dell'Esercito, oggi sono disabitati, chiusi, intere palazzine che potrebbero essere destinate ad altro uso abitativo. In passato, dopo una modifica normativa, tutte queste unità immobiliari sono passate alla Difesa con l'obiettivo di portare avanti una loro valorizzazione in modo da finanziarsi. A spiegarlo è la consigliera regionale del Pd Mariagrazia Santoro, già assessore regionale alle Infrastrutture e territorio. Avevamo fatto tanti incontri a Roma spiega la consigliera dem e contestualmente un censimento degli edifici, quasi tutti dismessi, per avviare le procedure di passaggio di proprietà, come nel caso di Remanzacco dove ci sono intere palazzine che potrebbero soddisfare i bisogni abitativi dei residenti del Fvg.
LA CONSIGLIERA
La nostra intenzione prosegue Santoro era proporre un protocollo sulla scorta di quanto fatto dalla Provincia Autonoma di Bolzano, affinché la Regione finanziasse la sistemazione degli edifici proprio per risolvere il problema abitativo. Non tutti si adattano a essere risistemati, come gli immobili in zone montane come a Cave del Predil, ma ce n'è molti altri funzionali, rappresentano risorse straordinarie sottolinea anche per alloggi convenzionati in social housing con la partecipazione di soggetti privati. Le soluzioni dice ancora Santoro sono varie e gli elenchi a disposizione, ma di questo lavoro che avevamo avviato non ho avuto più notizie. I lavori di manutenzione richiederebbero cifre importanti trattandosi per lo più di palazzine che risalgono agli anni '50 e '60, bisogna capire quanti soldi servono. Però, trattandosi di palazzine cielo-terra, cioè edifici completi precisa è possibile immaginare riqualificazioni semplici. E la consigliera annuncia che questo tema verrà riproposto sui banchi del consiglio regionale, ripartendo dal Fondo che la precedente giunta aveva erogato per la progettazione delle aree militari dismesse e al quale alcune amministrazioni comunali avevano attinto. Si tratta di finanziamenti che non sono più stati rinnovati e l'aspetto più grave è che non si è dato futuro a questi progetti, eppure basta vedere le liste di attesa per un alloggio Ater in regione.
LE ATTESE
Liste che a detta dell'esponente del Pd potrebbero essere assottigliate con l'utilizzo degli alloggi dismessi della Difesa. Il primo passo, suggerisce Santoro, sarebbe l'istituzione di un tavolo Stato-Regione per capire quanto lo stato possa compartecipare alla spesa. Nel frattempo si attende l'esito del censimento avviato su scala nazionale per l'occupazione irregolare di alcuni di questi alloggi che secondo i primi calcoli dello Stato Maggiore riguardano anche le regioni del Nord Italia.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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