IL CASO
UDINE È caos da rientri delle vacanze dopo l'ordinanza del ministro

Sabato 15 Agosto 2020
IL CASO
UDINE È caos da rientri delle vacanze dopo l'ordinanza del ministro Speranza sull'obbligo del tampone per chi torna dai Paesi considerati a rischio, fra cui rientra la Croazia. A Udine, al dipartimento di Prevenzione, telefoni roventi, con così tante chiamate da mandare addirittura in tilt il centralino, a quanto riferiscono i sindacalisti. Per non parlare della valanga di e-mail per le richieste di informazioni e delle persone che si sono presentate di persona in via Chiusaforte perché non riuscivano a prendere la linea. A chi ha scritto dalla Croazia, per dire, è capitato di ricevere una mail dal dipartimento che invitava a contattare lo 0432 553264 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14, suggerendo di avere pazienza, anche se è sempre occupato o suona come se non ci fosse nessuno, perché significa solo che la linea è sovraccarica.
I SINDACATI
A descrivere la situazione è Giuseppe Pennino, delegato Cisl Fp: «Il dipartimento di Prevenzione di Udine - dice - è stato preso d'assalto. Stamattina (ieri ndr) è addirittura saltato il centralino, per il numero eccessivo di chiamate. La Regione, infatti, ha fornito solo il numero di Udine per la provincia, anche se nell'AsuFc sono confluite tre aziende e ora il territorio va da Tolmezzo a Lignano». Non solo. «Oggi erano in programma 120 tamponi, più ci sono state un centinaio di chiamate per la Croazia e quasi 200 mail. Decine di persone si sono presentate di persona per ricevere informazioni e perché trovavano occupato». Il che ha creato non poche difficoltà al personale, già contingentato dal piano ferie. Ieri, spiega Pennino, «in pieno periodo di ferie erano in servizio 12 assistenti sanitari, due specializzandi, un tecnico della prevenzione, 3 medici». Sia la Cgil sia la Cisl sollecitano assunzioni. Secondo Pennino mancano all'appello «almeno 20 assistenti sanitari per tutte le attività afferenti al dipartimento di Prevenzione. Hanno già fatto ricorso agli interinali. Serve un intervento immediato, perché a breve partirà anche la campagna vaccinale». Anche Andrea Traunero (Fp Cgil) sollecita assunzioni: «Già prima il personale del dipartimento era concentrato sui tamponi per lo screening, ora si stanno sovrapponendo i rientri e sono super-impegnati. Mancano assistenti sanitari, forse anche più di 20: purtroppo per questa figura in Friuli non c'è la scuola né la possibilità di formarli, il corso è solo a Padova. Ma all'ultima trattativa con l'Arcs ci hanno assicurato che stanno ragionando con l'Università di Udine. Anche sul territorio sono in pochi e devono fare i test a tante persone, dai migranti agli ospiti delle case di riposo. Abbiamo sempre detto che il personale del dipartimento Prevenzione andava rinforzato. Bisognava ragionarci da prima. Ben venga se distribuiranno i punti di prelievo per i tamponi sul territorio per decongestionare Udine. Ma poi bisogna metterci dentro le persone. Sulla popolazione dovrebbero intervenire anche le Usca, ma non hanno personale. Dovrebbe esserci una regia regionale che stabilisca le priorità».
L'AZIENDA
Il direttore dell'AsuFc Massimo Braganti assicura che l'Azienda sta facendo il possibile: «La Prevenzione sta procedendo per permettere alle persone che chiamano di prenotare l'esame. Purtroppo siamo impegnati su tanti fronti: non solo i rientri, ma anche i richiedenti asilo e i tamponi ordinari delle case di riposo e dei dipendenti. Potenziare il personale? Io sto cercando personale da 3-4 mesi, indipendentemente da questo ulteriore impatto. Le procedure concorsuali bloccate dal covid dovrebbero sbloccarsi fra fine agosto e settembre». L'ordinanza è arrivata fra capo e collo («Se ci fosse stata un'avvisaglia dopo la raccomandazione sui rientri di badanti e turisti non sarebbe stato male»). Ma «per gli assistenti sanitari sto già cercando di scorrere la graduatoria, per averli pronti anche per la campagna vaccinale che dovrebbe partire a settembre, non solo per questo. Ci stavamo già attrezzando per la ricerca di professionisti». E «ci stiamo organizzando per evitare l'iperafflusso in pochi punti». Le telefonate a valanga? «Purtroppo si sono concentrati sui centralini».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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