Falsi Dop, al via i primi processi

Martedì 14 Gennaio 2020
Falsi Dop, al via i primi processi
IL PROCEDIMENTO
PORDENONE Il processone sui falsi Dop di San Daniele comincia da quattro riti abbreviati. Riguardano figure che, nella mega inchiesta dei carabinieri del Nas di Udine e dell'Ispettorato antifrode, possono essere considerate marginali. All'allevatrice Nadia Di Giorgio di Remanzacco, alla veterinaria Elisa Borin di San Pietro di Feletto, al veterinario Franco Pinardi di Pordenone e all'imprenditore Giuseppe Presacco di Rivignano Teor non è mai stata contestata l'ipotesi di associazione per delinquere, bensì il concorso in frode in commercio (solo tentato per Presacco). Gli avvocati Lara Cisilino, Cristiana Polesel, Gian Lucio Morassutti e Piergiorgio Bertoli hanno chiesto un rito abbreviato condizionato all'audizione di consulenti, sentiti nell'udienza preliminare di ieri. In particolare è stato sentito il professor Valerio Giaccone per i due veterinari, il cui intervento si è focalizzato sulle ispezioni post mortem dei suini e sugli oneri che competono al veterinario. Per Presacco, che gestisce il macello di Castions di Strada, è intervenuto il consulente nominato dall'avvocato Bertoli, Edi Sanson, che ha evidenziato alcune anomalie, tra cui il sequestro di alcune cosce (novembre 2017) già declassate a marzo o lo scambio, sempre in fase di sequestro, di due partite di prosciutti appartenenti a due diversi allevatori.
LE DISCUSSIONI
Alla prossima udienza - fissata per il 23 marzo - è attesa la discussione. Il gup Rodolfo Piccin darà spazio alla requisitoria del pm Carmelo Barbaro. Seguiranno gli interventi delle parti civili: l'avvocato Luca Zanfagnini rappresenterà il Consorzio del prosciutto di San Daniele (in via provvisoria chiede 300mila euro per il grave danno d'immagine patito; l'avvocato Umberto D'Autilia tutela la Centrale Adriatica società cooperativa e la Società Cooperativa Italia Casalecchio di Reno; la quarta parte civile si è costituita per la Morgante srl. Dovrebbe esserci spazio anche per le difese di Borin e Di Giorgio. Dopodichè si tornerà in aula il 18 maggio per concludere tutte le discussioni, comprese quelle degli imputati che non hanno fatto istanza di rito alternativo e che rischiano un rinvio a giudizio.
MESSA ALLA PROVA
Il primo a uscire dal processo è Filippo Sbuelz di Mortegliano, a cui si contestava il concorso nella presunta truffa ai danni di Regione Fvg e Agea di un contributo da 400mila euro a favore del Gruppo Carni friulane di Aviano. Avrebbe raccolto per conto del macello avianese la documentazione, ritenuta falsa dalla Procura, da produrre in Regione. «Era soltanto un consulente - spiega l'avvocato Stefano Buonocore - Una posizione del tutto estranea alle frodi e marginale». Ha chiesto la messa alla prova, che consisterà in sei mesi di attività di volontariato alla coop Itaca.
REATO ASSOCIATIVO
L'unico a patteggiare sarà il codroipese Michele Pittis, dipendente del Gruppo Carni friulane coinvolto sin dalle prime battute dell'inchiesta e a suo tempo sottoposto a misura cautelare. L'accordo raggiunto dall'avvocato Gian Lucio Morassutti con la Procura lascia intendere che per l'associazione ci sarà una richiesta di non luogo a procedere. Il reato associativo è un'ipotesi già esclusa dal Tribunale del Riesame di Trieste e dalla stessa Cassazione, ma poi riproposta dal titolare dell'inchiesta, il pm Marco Brusegan, quando ha formulato le richieste di rinvio a giudizio. Il fascicolo è stato assegnato al pm Carmelo Barbaro, che in questa fase non si è ancora pronunciato sul punto. Se lassociazione per delinquere non verrà riconosciuta dal gup Piccin, la maggior parte di coloro che andranno a giudizio risponderà soltanto per la frode in commercio e la vendita di prodotti con segni mendaci, cioè prosciutti Dop provenienti da suini con pesi e razze non conformi dal disciplinare del San Daniele e del Parma. Il nuovo capo di imputazione rimetterà tutti in pista per un rito alternativo o per l'istanza di messa alla prova.
GLI IMPUTATI
Gli imputati sono 24, a cui si aggiungono le società chiamate a rispondere per l'illecito amministrativo e che sono Gruppo Carni friulane Srl, Testa&Molinaro Spa, Cinausero Ss, Zuccolo ss, Impresa 4Esse, Green Pig, Agrifarm, Ineq e Ipq (quest'ultimo sono gli istituti di certificazione del San Daniele e del Parma). Si tratta della prima tranche dell'inchiesta. Dal fascicolo madre sono state stralciate altre 52 posizioni (di cui 15 società): il processo è già stato avviato davanti al giudice monocratico Giorgio Cozzarini. A giorni è attesa la nuova udienza.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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