Asintomatici in attesa per giorni di un tampone: è boom

Venerdì 30 Ottobre 2020
Asintomatici in attesa per giorni di un tampone: è boom
IL CASO
UDINE I casi di positivi asintomatici che a distanza di giorni, se non addirittura di settimane, non sono stati ancora contattati dai dipartimenti delle aziende sanitarie, sono in aumento esponenziale. In molti stanno rimanendo nella terra di mezzo, tra isolamento fiduciario e mancanza di risposte su come comportarsi, sulle segnalazioni dei contatti e sulle tempistiche per il tampone di verifica. Di questo tema ha parlato lo stesso vicegovernatore Riccardo Riccardi in collegamento con il consiglio regionale, impegnato nel dibattito sull'assestamento: Non possiamo non rilevare che il sistema di tracciamento sia in sofferenza. Il grande problema da affrontare è dato dal fatto che oggi oltre il 70 per cento dei contagi ha origine all'interno delle abitazioni domestiche o nelle relazioni strette. Un fenomeno molto diverso rispetto alla prima ondata del Covid-19. Stiamo lavorando sulla prossimità, sperando ha affermato Riccardi in conclusione - che l'accordo fatto dal Governo con la Medicina generale possa dare un aiuto importante nel contrasto all'epidemia.
MEDICI DI BASE
Prima di poter dare applicazione all'accordo nazionale per l'effettuazione dei test antigenici rapidi da parte dei medici di famiglia o negli ambulatori dovremo essere messi nelle condizioni di farlo in condizioni di sicurezza. A chiarirlo l'Ordine dei Medici di Udine che, attraverso il presidente Maurizio Rocco e il vicepresidente Gian Luigi Tiberio, mettendo in guardia i cittadini del Friuli al fine di scongiurare telefonate da parte degli assistiti per le richieste di tamponi. Questo accordo nazionale spiegano i vertici dell'Ordine necessita di un accordo organizzativo a livello locale. Si devono attendere in sostanza le modalità organizzative e dovranno essere definite le procedure e i protocolli prima di avviare il servizio. Siamo come sempre a disposizione del territorio e delle comunità soprattutto in contesti di emergenze e pandemie specificano ma è evidente che dovremo essere dotati dei kit per effettuare i test, di tutti i dispositivi di sicurezza individuale (dalle mascherine FFP3 che ancora, fra l'altro, non abbiamo ai camici monouso che non abbiamo), del materiale necessario per lo smaltimento di rifiuti potenzialmente infetti, insomma di tutto il necessario per poter lavorare in sicurezza e garantire la sicurezza non solo dei medici ma degli stessi pazienti, anche dei pazienti che arrivano in ambulatorio non per il test molecolare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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