Sponsor e grandi meeting è già un brand da 5 milioni

Martedì 3 Agosto 2021
IL FENOMENO
TOKYO Un oro olimpico ti cambia la vita. Nei 100 metri, la gara regina dello sport, la cambia a te, a chi ti sta intorno, al movimento. Lo ha detto anche lui, senza fare polemica, anzi ridendoci su: «Ora nessuno si chiederà più chi sono». Solo gli inglesi, ieri, ci hanno giocato un po', evidentemente ancora scottati dalla finale dell'Europeo di calcio.
Il Mirror l'ha definita la finale di Google, per dire della scarsa notorietà dei partecipanti. Pazienza. Il 9.80 stabilito domenica lancia Jacobs in una nuova dimensione, globale. Un esempio? In una notte i suoi follower su Instagram sono passati da 140 a 460mila e rotti. Per non parlare del valore economico di quello che realisticamente diventerà un brand, il marchio dell'uomo più veloce del mondo. Quanto vale? A spanne, e in breve tempo, secondo un sito americano specializzato, 5 milioni di dollari. Sponsor, campagne pubblicitarie, ricchi gettoni per partecipare ai meeting internazionali: non sarà Bolt, ma insomma farà gola a parecchi avere i muscoli e il faccione di Marcell.
Intanto, come era lecito attendersi, arrivano le prime insinuazioni su quel dato incredibile del decimo di secondo e mezzo stritolato tra la batteria e la finale. Un miglioramento del personale in appena 48 ore che probabilmente non ha eguali nella storia dell'atletica veloce. Ed è per questo che gli sconfitti tornano a far polemica. Se dopo gli Europei di calcio era stata la stampa inglese ad attaccare l'Italia, stavolta lo sconfitto è l'americano Kerley e a stelle e strisce è pure la levata di scudi. Il Washington Post non si fida del figlio che ha preferito Desenzano al Texas e proietta sulla medaglia d'oro l'ombra del doping.
«Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all'atletica no», scrive il quotidiano, che spiega: «Non è colpa sua se la storia dell'atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi». Quella storia che, secondo il WP, «è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping» e per supportare la tesi mette in evidenza proprio il netto miglioramento cronometrico di un velocista di 26 anni che «fino alla scorsa primavera si era esibito alla periferia dell'élite dello sprint».
FESTA E DIFESA
Marcell a rispondere non ci pensa nemmeno. Commosso durante l'inno, Jacobs si è sciolto subito dopo, rifiutando i paragoni con Bolt («Non scherziamo, lui ha fatto la storia dell'atletica») e mettendo in piazza un po' del Marcell privato, quello che riceve il messaggino dal padre assente e che «per mantenere fede a una promessa» il prossimo anno sposerà la sua Nicole.
G.C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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