RUGBY. LA PARTITA
«Il risultato è definitivo, perché la partita

Domenica 8 Aprile 2018 di Ivan Malfatto
RUGBY.  «Il risultato è definitivo, perché la partita a Roma è iniziata un'ora prima, Lazio-Calvisano 36-24».
All'annuncio dello speaker, nell'intervallo, le tribune sono esplose di gioia. La FemiCz Rugby Rovigo aveva condotto in porto solo metà della sua vittoria con bonus contro la Toscana Aeroporti Medicei Firenze, nel 17° turno dell'Eccellenza di rugby. Ma la sconfitta clamorosa (o voluta, vista la differenza di valori? Si dice che a Calvisano gli stipendi siano in ritardo di due mesi...) a dei campioni d'Italia contro la penultima rimetteva in palio il primo posto e la possibile finale scudetto in casa. A questo punto se li giocheranno Petrarca e Rovigo sabato in un derby che da inutile per la classifica, come appariva fino a ieri, si è trasformato in decisivo.
Per questo Padova ha scelto di giocarlo allo stadio Plebiscito e non alla Guizza, come stava valutando di fare. Sarà l'ultimo derby di stagione e attirerà almeno tremila spettatori. Non ci saranno più le due repliche nei play-off, perché il Calvisano matematicamente non può più arrivare primo. In semifinale quindi sfiderà Rovigo o Petrarca.
La grande emozione della partita è stata questa. Insieme alla standing ovation del pubblico per l'uscita, con inchino alle due tribune, del grande ex Stefan Basson al 58'. Applausi al 63' anche per Matteo Maran.
METE SOLO DI MISCHIA
Per il resto l'incontro, iniziato con l'approccio sbagliato dai rossoblù, dalla mezzora in poi è stato in discesa. Non per la qualità del gioco, anche ieri deficitario, falloso e pieno di errori con i trequarti. Quando per la risaputa forza della mischia. Grazie alla quale sono state segnate tre delle quattro mete: pick and go in seconda fase di Ferro dopo che Pavesi aveva rubato una touche e fatto il primo avanzamento; rolling maul da penaltouche con Momberg; percussione di Muccinagnat staccatosi dal drive su penaltouche. La quarta marcatura, una prorompente cavalcata di 40 metri sull'out di Barion in prima fase, è nata anch'essa da mischia chiusa a centrocampo e passaggio a saltare l'uomo di Chillon. Mete costruite zero. Tutte le azioni, dopo tante o poche fasi, si sono sempre infrante contro la difesa riovale e i propri errori.
LA VERA SVOLTA
Il vero punto di svolta della partita, però, è stata proprio quella mezzora sbagliata iniziale. Quando il Rovigo si è trovato prima in 14 e poi in 13 uomini per le espulsioni temporanee di Ferro (antigioco) e De Marchi (placcaggio pericoloso). Senza due terzi di terza linea i rossoblù sono stati bravi a resistere ai (deboli) assalti dei Medicei, non subendo in mischia nonostante i 6 uomini contro 8 e chiudendo 0-0 il parziale in inferiorità numerica.
Da lì in poi Rovigo ha preso in mano il match. Con i sostituti dei titolari (Pavesi, Muccignat, Davies) disimpegnatisi bene. Resta la grossa difficoltà ad avanzare giocando la palla e di concretizzare. Ma all'ultima di campionato, ormai, la FemiCz l'ha capito. Se sabato vuole battere Padova, la difesa più forte del torneo, e poi vincere anche i play-off deve fare affidamento sul combattimento, non sul gioco.
 
Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 14:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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