MILANO Questa è sempre l'Inter pazza di Antonio Conte, vittoriosa a San Siro

Domenica 27 Settembre 2020
MILANO Questa è sempre l'Inter pazza di Antonio Conte, vittoriosa a San Siro nel finale contro la Fiorentina, nonostante un Ribery immenso con i suoi 37 anni (compiuti ad aprile). Il francese regala giocate, idee e spunti da far vedere e rivedere senza sosta nelle scuole calcio. Ma sono Lukaku e poi D'Ambrosio a salvare i nerazzurri. Tira un sospiro di sollievo l'ex ct, che spera di poter avere un squadra diversa dopo il 5 ottobre, giorno di chiusura del mercato. Sotto quell'aspetto, il club di viale Liberazione, come altre squadre del nostro campionato, è un cantiere ancora aperto. Ma questo rischia di ostacolare il lavoro dell'allenatore salentino, che lascia infatti in panchina Skriniar (vicino alla cessione) nel match nel quale de Vrij è out per squalifica. Così i nerazzurri si presentano un trio difensivo inedito: Bastoni centrale con D'Ambrosio e Kolarov. Un muro non proprio solido e Conte se ne accorge già dopo 3', quando l'ex Roma combina un pasticcio tra Bonaventura e Kouamé, con quest'ultimo lesto a insaccare alle spalle di Handanovic. Tra un errore e l'altro, però, l'Inter dimostra di saper reagire, di ribattere colpo su colpo. Fino a risorgere grazie a Lautaro Martinez, forse il giocatore che nella seconda parte della stagione era mancato un po' a causa dell'insistenti voci che lo volevano al Barcellona, da Lionel Messi. Invece, adesso l'argentino può tornare ai fasti pre lockdown e lo dimostra guidando l'Inter alla rimonta. Segna il gol del pari poco prima dell'intervallo e costringe, a inizio ripresa, Ceccherini all'autorete, dopo essersi portato a spasso Amrabat.
REAZIONE
Una rimonta con carattere. Conte dà indicazioni in panchina, apprezzando la reazione della sua squadra. In fin dei conti, la Fiorentina è un'avversaria ostica, non facile da domare, veloce nelle ripartenze. Ma dopo cinque minuti, i nerazzurri crollano. Ribery mostra al mondo, ma non ce ne era bisogno, la sua classe d'altri tempi. Accarezza il pallone come nessuno mai e ha sempre l'idea vincente. Sa leggere l'azione prima di tutti. Come se avesse occhi ovunque. Ed è proprio da due invenzioni che la Fiorentina ribalta il risultato e vince la partita. Prima mandando in gol Castrovilli, poi servendo una palla incredibile a Chiesa. Conte correi ai ripari inserendo Hakimi e Sensi, richiamando in panchina Young ed Eriksen. Ma viene tradito dai due errori di Lukaku. Un po' come nella finale di Europa League contro il Siviglia del 21 agosto. Da quel giorno l'ex ct ha risolto i suoi malumori con il club, ma aspetta comunque rinforzi dal mercato. A cambiare i match è Sanchez (e l'uscita di Ribery). Il cileno apre per Hakimi che serve Lukaku. Il belga questa volta non sbaglia: è 3-3. E un minuto dopo, a un minuto dalla fine, è ancora Sanchez dalla bandierina a trovare la testa di D'Ambrosio che sovrasta Vlahovic. Vince l'Inter, 4-3.
Salvatore Riggio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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