LA SVOLTA
ROMA Mourinho sarà il nuovo allenatore della Roma per le prossime

Mercoledì 5 Maggio 2021
LA SVOLTA
ROMA Mourinho sarà il nuovo allenatore della Roma per le prossime tre stagioni. Poco dopo le 15 la notizia. Un fulmine a ciel tutt'altro che sereno, ma comunque inaspettato. Il club giallorosso poco prima aveva ufficializzato l'addio di Fonseca al termine di questa tribolata stagione e, a stretto giro di posta, Dan e Ryan Friedkin, padre e figlio americani padroni dall'agosto scorso della As Roma, hanno sfoderato la mossa ad effetto: «Siamo lieti ed emozionati di dare il benvenuto a José Mourinho nella famiglia dell'AS Roma - L'ingaggio di Josè rappresenta un grande passo in avanti nella costruzione di una mentalità vincente, solida e duratura, nel nostro Club». Una scossa che ha rianimato la piazza giallorossa: in Borsa il titolo è schizzato a +11,7% e i bookmaker, secondo l'Agenzia specializzata Agipronews, hanno riaperto le scommesse su un prossimo trofeo per la Roma (quotandolo 7,50 volte la posta) sul quale nessuno ormai puntava più un cent.
TOP COACH
Il segnale dei Friedkin è forte. Prima di acquistare i campioni, hanno scelto da chi farli guidare. E hanno chiamato il pluridecorato, chi è abituato a vincere. Mourinho è il profilo che la piazza ha aspettato per anni dagli investitori americani. Il top coach che a Trigoria non è mai stato preso in considerazione da Pallotta e dai suoi collaboratori. L'ultimo presidente ad aver ingaggiato un allenatore vincente è stato Sensi: sono passati 21 anni da quando convinse, a fine anni Novanta, il duro Capello che aveva conquistato titoli in Italia e in Europa con il Milan. In due stagioni fu scudetto, il terzo della storia del club. Proprio quello che accadde con Viola che, sempre andando a prendere un tecnico dal club rossonero, portò nella Capitale il barone Liedholm che da qualche mese aveva festeggiato la stella con il Milan. In quattro stagioni, lo scudetto, il secondo, atteso quarantuno anni. Dan e Friedkin si augurano di essere premiati per la virata e di imitare i predecessori che hanno fatto grande la Roma dando la priorità alla figura da mettere in panchina. La guida e non l'apprendista, il maestro e non il rampante. Il leader, come è Mou.
SPESSORE
I tifosi, spaventati dal rendimento scadente della squadra che ha fatto venire loro in mente la Rometta di quarantacinque anni fa, sorridono all'annuncio che è stato subito bagnato, nel pomeriggio, dalla pioggia. Loro, di sicuro meglio dei Friedkin, conoscono Mourinho. E lui sa tutto di loro. Ha firmato ricordando «la passione» della gens giallorossa. «Io non sono un pirla» disse quando spinse l'Inter al Triplete. Non, non lo è. E sa a chi deve rivolgersi. Perché undici anni fa, la rivale dei nerazzurri, fu proprio la Roma di Ranieri. Superata sul più bello dai nerazzurri dello Special One che poi si portarono via anche la Coppa Italia all'Olimpico, la notte del calcio del sedere di Totti a Balotelli. Il messaggio dei Friedkin, insomma, piace proprio per lo spessore del personaggio. In Italia è stato il Grande Nemico della Juve. Già proprio il club bianconero preso come modello da Pallotta e soci, con la Roma spesso trattata da sorellastra nel feeling plateale con la Signora. Da quella finta alleanza i giallorossi non hanno ricevuto niente in cambio. Da 13 anni zero tituli per dirla alla Mou. Fu duro, a Bergamo, anche con lo spogliatoio dell'Inter e indirettamente con la società, quando chiarì che gli ultimi scudetti nerazzurri erano stati regalati. «Uno lo avete vinto a tavolino e l'altro siete passati a ritirarlo in segreteria». Questo per dire che non si accontenta, come alcuni precedessori passati da Trigoria, degli scarti. Vuole essere seguito nell'avventura da grandi giocatori. Lui ci mette la faccia tosta, la proprietà la squadra di livello. E i rivali non si facciano forti dei tre esoneri di fila: Chelsea, United e Tottenham. Ha vinto ovunque è stato: in Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. E non è certo qui da turista. Proprio come i Friedkin, la scorsa settimana in Inghilterra. Rinunciando alla partita di Manchester si sono fermati a Londra. Ora sappiamo perché. Meglio il futuro da protagonisti del 6-2 da umiliati.
Ugo Trani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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