Uccisa e fatta a pezzi dieci giorni di orrore

Sabato 13 Gennaio 2018
IL DELITTO
TREVISO Le speranze di riabbracciare Iole Tassitani viva si spensero nella notte dell'antivigilia di Natale di dieci anni fa. La più nera che la Marca ricordi. Quella notte i carabinieri di Treviso trovarono il corpo della figlia del notaio di Castelfranco in tre sacchi neri, orribilmente mutilato. Avevano sperato fino all'ultimo di riuscire a salvarle la vita, di trovarla magari legata e imbavagliata ma ancora viva nel garage di Michele Fusaro, il falegname di Bassano su cui da una settimana si erano strette le attenzioni degli inquirenti. Pedinato e intercettato, seguito giorno e notte, braccato dai carabinieri fino a quel maledetto 23 dicembre quando gli inquirenti che cercavano un sequestratore, trovarono uno spietato assassino.
IL PIANO
Nella richiesta di rinvio a giudizio della procura di Venezia che indagò sul rapimento c'è la ricostruzione dell'orrore, da quando il quarantunenne bassanese si mise sulle tracce di Iole Tassitani, a quando venne arrestato. Dieci giorni di orrore che sconvolsero la Marca. È il novembre 2007 quando Fusaro elabora il piano del rapimento. Ne parla con l'ex cognato, Adil Louanda (che rifiuta ogni coinvolgimento) e organizza i primi due sopralluoghi davanti alla casa della vittima. A dicembre il progetto prende forma e trova la sua drammatica esecuzione.
LA SCOMPARSA
Iole Tassitani, 43 anni, viene rapita nel garage di casa a Castelfranco la sera del 12 dicembre 2007. Nella breve colluttazione col suo rapitore, Michele Fusaro appunto, Iole perde gli occhiali da vista che restano a terra con un guanto dell'uomo. Fusaro «agendo armato e travisato, mediante violenza e minaccia di un coltello e anche con uso di sostanza narcotizzante» sequestra Iole, si impossessa della Ford Fiesta e di tre telefoni cellulari. Da uno di questi parte un sms che arriva alle 20.46, sul telefonino di un'amica di Iole: «sono stata parità, aiuto». È la stessa Iole a spedirlo dall'auto che la sta portando via, nel disperato tentativo di lanciare l'allarme e attivare la polizia. Ma, complice l'errore ortografico, l'amica pensa a uno scherzo e non si allarma.
LA DENUNCIA
Il giorno seguente è la mamma della 43enne a segnalarne la scomparsa. Troppo sospetto il silenzio della figlia dalla sera precedente. La mamma non può sapere che a quell'ora Iole è già cadavere. Sgozzata la notte stessa da Fusaro, che nel suo folle piano criminale dopo aver portato la figlia del notaio nella propria abitazione a Bassano non mette in conto gli imprevisti a cominciare dai più banali. Come quello di un ostaggio che prova a ribellarsi, a togliersi il bavaglio, a urlare per richiamare l'attenzione di qualcuno che lo possa salvare. Così fa Iole, liberandosi la bocca e reagendo al suo sequestratore. Perciò Fusaro perde la testa e la uccide.
IL CADAVERE
Fusaro deve adesso disfarsi del cadavere. Acquista dei teli di nylon, delle lame e dei seghetti. Nel fine settimana taglia il cadavere in 30 pezzi, in casa in via Carducci 25 a Bassano, a due passi dal centro città. Brucia in un rogo i vestiti, riempie tre sacchi dell'immondizia con il corpo sezionato della vittima. Lunedì 17 dicembre Adil Louanda si presenta dai carabinieri per raccontare il progetto di sequestro dell'ex cognato. Partano i primi pedinamenti, scattano le intercettazioni telefoniche. Alle 21.30 del mercoledì sempre dal telefono della vittima parte l'sms contenente la richiesta di riscatto: 800 mila euro per la liberazione di Iole. Sei giorni dopo il blitz nell'abitazione di Bassano con il macabro ritrovamento dei resti di Iole e l'arresto del suo assassino. Nessun complice come inizialmente si riteneva: Fusaro ha fatto tutto da solo.
LE POLEMICHE
Un durissimo colpo per la famiglia e l'intera città di Castelfranco che chiede l'ergastolo senza sconti per il falegname killer. I genitori e le sorelle di Iole guidano manifestazioni e raccolte firme per impedire la possibilità di accedere a riti alternativi per omicidi particolarmente efferati. Ma la giustizia fa il suo corso: Fusaro viene condannato all'ergastolo, pena ridotta poi in appello a 30 anni. E dal prossimo anno potrebbe già beneficiare di permessi per uscire dal carcere.
Valentina Dal Zilio
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