IL DELITTO
TREVISO Le speranze di riabbracciare Iole Tassitani viva si spensero nella notte dell'antivigilia di Natale di dieci anni fa. La più nera che la Marca ricordi. Quella notte i carabinieri di Treviso trovarono il corpo della figlia del notaio di Castelfranco in tre sacchi neri, orribilmente mutilato. Avevano sperato fino all'ultimo di riuscire a salvarle la vita, di trovarla magari legata e imbavagliata ma ancora viva nel garage di Michele Fusaro, il falegname di Bassano su cui da una settimana si erano strette le attenzioni degli inquirenti. Pedinato e intercettato, seguito giorno e notte, braccato dai carabinieri fino a quel maledetto 23 dicembre quando gli inquirenti che cercavano un sequestratore, trovarono uno spietato assassino.
IL PIANO
Nella richiesta di rinvio a giudizio della procura di Venezia che indagò sul rapimento c'è la ricostruzione dell'orrore, da quando il quarantunenne bassanese si mise sulle tracce di Iole Tassitani, a quando venne arrestato. Dieci giorni di orrore che sconvolsero la Marca. È il novembre 2007 quando Fusaro elabora il piano del rapimento. Ne parla con l'ex cognato, Adil Louanda (che rifiuta ogni coinvolgimento) e organizza i primi due sopralluoghi davanti alla casa della vittima. A dicembre il progetto prende forma e trova la sua drammatica esecuzione.
LA SCOMPARSA
Iole Tassitani, 43 anni, viene rapita nel garage di casa a Castelfranco la sera del 12 dicembre 2007. Nella breve colluttazione col suo rapitore, Michele Fusaro appunto, Iole perde gli occhiali da vista che restano a terra con un guanto dell'uomo. Fusaro «agendo armato e travisato, mediante violenza e minaccia di un coltello e anche con uso di sostanza narcotizzante» sequestra Iole, si impossessa della Ford Fiesta e di tre telefoni cellulari. Da uno di questi parte un sms che arriva alle 20.46, sul telefonino di un'amica di Iole: «sono stata parità, aiuto». È la stessa Iole a spedirlo dall'auto che la sta portando via, nel disperato tentativo di lanciare l'allarme e attivare la polizia. Ma, complice l'errore ortografico, l'amica pensa a uno scherzo e non si allarma.
LA DENUNCIA
Il giorno seguente è la mamma della 43enne a segnalarne la scomparsa. Troppo sospetto il silenzio della figlia dalla sera precedente. La mamma non può sapere che a quell'ora Iole è già cadavere. Sgozzata la notte stessa da Fusaro, che nel suo folle piano criminale dopo aver portato la figlia del notaio nella propria abitazione a Bassano non mette in conto gli imprevisti a cominciare dai più banali. Come quello di un ostaggio che prova a ribellarsi, a togliersi il bavaglio, a urlare per richiamare l'attenzione di qualcuno che lo possa salvare. Così fa Iole, liberandosi la bocca e reagendo al suo sequestratore. Perciò Fusaro perde la testa e la uccide.
IL CADAVERE
Fusaro deve adesso disfarsi del cadavere. Acquista dei teli di nylon, delle lame e dei seghetti. Nel fine settimana taglia il cadavere in 30 pezzi, in casa in via Carducci 25 a Bassano, a due passi dal centro città. Brucia in un rogo i vestiti, riempie tre sacchi dell'immondizia con il corpo sezionato della vittima. Lunedì 17 dicembre Adil Louanda si presenta dai carabinieri per raccontare il progetto di sequestro dell'ex cognato. Partano i primi pedinamenti, scattano le intercettazioni telefoniche. Alle 21.30 del mercoledì sempre dal telefono della vittima parte l'sms contenente la richiesta di riscatto: 800 mila euro per la liberazione di Iole. Sei giorni dopo il blitz nell'abitazione di Bassano con il macabro ritrovamento dei resti di Iole e l'arresto del suo assassino. Nessun complice come inizialmente si riteneva: Fusaro ha fatto tutto da solo.
LE POLEMICHE
Un durissimo colpo per la famiglia e l'intera città di Castelfranco che chiede l'ergastolo senza sconti per il falegname killer. I genitori e le sorelle di Iole guidano manifestazioni e raccolte firme per impedire la possibilità di accedere a riti alternativi per omicidi particolarmente efferati. Ma la giustizia fa il suo corso: Fusaro viene condannato all'ergastolo, pena ridotta poi in appello a 30 anni. E dal prossimo anno potrebbe già beneficiare di permessi per uscire dal carcere.
Valentina Dal Zilio
© riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Le speranze di riabbracciare Iole Tassitani viva si spensero nella notte dell'antivigilia di Natale di dieci anni fa. La più nera che la Marca ricordi. Quella notte i carabinieri di Treviso trovarono il corpo della figlia del notaio di Castelfranco in tre sacchi neri, orribilmente mutilato. Avevano sperato fino all'ultimo di riuscire a salvarle la vita, di trovarla magari legata e imbavagliata ma ancora viva nel garage di Michele Fusaro, il falegname di Bassano su cui da una settimana si erano strette le attenzioni degli inquirenti. Pedinato e intercettato, seguito giorno e notte, braccato dai carabinieri fino a quel maledetto 23 dicembre quando gli inquirenti che cercavano un sequestratore, trovarono uno spietato assassino.
IL PIANO
Nella richiesta di rinvio a giudizio della procura di Venezia che indagò sul rapimento c'è la ricostruzione dell'orrore, da quando il quarantunenne bassanese si mise sulle tracce di Iole Tassitani, a quando venne arrestato. Dieci giorni di orrore che sconvolsero la Marca. È il novembre 2007 quando Fusaro elabora il piano del rapimento. Ne parla con l'ex cognato, Adil Louanda (che rifiuta ogni coinvolgimento) e organizza i primi due sopralluoghi davanti alla casa della vittima. A dicembre il progetto prende forma e trova la sua drammatica esecuzione.
LA SCOMPARSA
Iole Tassitani, 43 anni, viene rapita nel garage di casa a Castelfranco la sera del 12 dicembre 2007. Nella breve colluttazione col suo rapitore, Michele Fusaro appunto, Iole perde gli occhiali da vista che restano a terra con un guanto dell'uomo. Fusaro «agendo armato e travisato, mediante violenza e minaccia di un coltello e anche con uso di sostanza narcotizzante» sequestra Iole, si impossessa della Ford Fiesta e di tre telefoni cellulari. Da uno di questi parte un sms che arriva alle 20.46, sul telefonino di un'amica di Iole: «sono stata parità, aiuto». È la stessa Iole a spedirlo dall'auto che la sta portando via, nel disperato tentativo di lanciare l'allarme e attivare la polizia. Ma, complice l'errore ortografico, l'amica pensa a uno scherzo e non si allarma.
LA DENUNCIA
Il giorno seguente è la mamma della 43enne a segnalarne la scomparsa. Troppo sospetto il silenzio della figlia dalla sera precedente. La mamma non può sapere che a quell'ora Iole è già cadavere. Sgozzata la notte stessa da Fusaro, che nel suo folle piano criminale dopo aver portato la figlia del notaio nella propria abitazione a Bassano non mette in conto gli imprevisti a cominciare dai più banali. Come quello di un ostaggio che prova a ribellarsi, a togliersi il bavaglio, a urlare per richiamare l'attenzione di qualcuno che lo possa salvare. Così fa Iole, liberandosi la bocca e reagendo al suo sequestratore. Perciò Fusaro perde la testa e la uccide.
IL CADAVERE
Fusaro deve adesso disfarsi del cadavere. Acquista dei teli di nylon, delle lame e dei seghetti. Nel fine settimana taglia il cadavere in 30 pezzi, in casa in via Carducci 25 a Bassano, a due passi dal centro città. Brucia in un rogo i vestiti, riempie tre sacchi dell'immondizia con il corpo sezionato della vittima. Lunedì 17 dicembre Adil Louanda si presenta dai carabinieri per raccontare il progetto di sequestro dell'ex cognato. Partano i primi pedinamenti, scattano le intercettazioni telefoniche. Alle 21.30 del mercoledì sempre dal telefono della vittima parte l'sms contenente la richiesta di riscatto: 800 mila euro per la liberazione di Iole. Sei giorni dopo il blitz nell'abitazione di Bassano con il macabro ritrovamento dei resti di Iole e l'arresto del suo assassino. Nessun complice come inizialmente si riteneva: Fusaro ha fatto tutto da solo.
LE POLEMICHE
Un durissimo colpo per la famiglia e l'intera città di Castelfranco che chiede l'ergastolo senza sconti per il falegname killer. I genitori e le sorelle di Iole guidano manifestazioni e raccolte firme per impedire la possibilità di accedere a riti alternativi per omicidi particolarmente efferati. Ma la giustizia fa il suo corso: Fusaro viene condannato all'ergastolo, pena ridotta poi in appello a 30 anni. E dal prossimo anno potrebbe già beneficiare di permessi per uscire dal carcere.
Valentina Dal Zilio
© riproduzione riservata