TREBASELEGHE
Alle 23 della vigilia di Pasqua E.M., ragazza italiana di 19 anni

Martedì 3 Aprile 2018
TREBASELEGHE Alle 23 della vigilia di Pasqua E.M., ragazza italiana di 19 anni
TREBASELEGHE
Alle 23 della vigilia di Pasqua E.M., ragazza italiana di 19 anni residente a Trebaseleghe, si è messa al volante della sua Mercedes Classe A ed è partita. È probabile che si dovesse incontrare con gli amici. Ma, secondo quanto stanno ricostruendo i carabinieri della stazione di Piombino Dese, arrivata all'altezza di via Gattoeo, avrebbe tamponato il giovane ciclista, Ihab Abou El Seoud, di ritorno dal ristorante la Baracca di Trebaseleghe.
Non è dato sapere se stesse procedendo a velocità elevata. Sono in corso accertamenti sulle cause dell'incidente: potrebbe essersi distratta, come pure, nel buio delle notte, non avere visto la bicicletta che stava procedendo a lato della strada nel medesimo senso di marcia.
Sta di fatto che dopo il violento urto, la ragazza avrebbe rallentato, ma poi, colta da paura, avrebbe proseguito la sua marcia. Sotto choc è tornata a casa. I genitori avrebbero subito notato che qualcosa non andava e avrebbero cominciato a farle domande.
«Ho investito un animale - avrebbe detto ai familiari la ragazza - per questo ho la parte anteriore della macchina danneggiata».
In un primo momento i genitori hanno creduto alla figlia e sono andati a letto.
La svolta alle indagini è arrivata nella mattinata di Pasqua quando i genitori di E.M. hanno appreso sui siti on line che era stato ritrovato un ragazzo privo di vita proprio dove la figlia aveva raccontato di aver investito un animale.
A papà e mamma si è gelato il sangue dopo avere letto della tragica vicenda. Avrebbero chiesto alla figlia di dire tutta la verità, che la cosa migliore era sfogarsi e togliersi ogni peso dalla coscienza.
La diciannovenne in un primo momento avrebbe provato a portare avanti la tesi sostenuta la notte precedente, poi, messa alle strette dai familiari, sarebbe scoppiata in un pianto riferendo di aver raccontato una bugia.
Attorno alle 10 i genitori hanno accompagnato la ragazza alla vicina caserma dei carabinieri di Trebaseleghe. Qui i militari hanno subito allertato i colleghi della stazione di Piombino Dese titolari delle indagini che hanno ascoltato la ragazza per ricostruire nei dettagli la vicenda. Sono così arrivate le prime ammissioni.
«Non mi sono accorta di nulla - avrebbe detto la diciannovenne - ho sentito il colpo, poi ho avuto paura e non ho avuto il coraggio di fermarmi».
I carabinieri, che già nell'immediatezza avevano capito che l'auto pirata era una Mercedes Classe A hanno avvisato il pubblico ministero Luisa Rossi dello sviluppo dell'indagine. L'essersi costituita, seppure dodici ore dopo l'incidente mortale, ha evitato comunque alla diciannovenne l'arresto.
Ora spetterà ai suoi legali seguire nel dettaglio la vicenda. La ragazza è accusata di omicidio stradale ed omissione di soccorso.
Sconosciuta fino al giorno di Pasqua alle forze dell'ordine, è considerata una diciannovenne esemplare, di buona famiglia. Lavora come impiegata. Ma perchè allora fuggire dopo l'incidente? Tutte domande che fino ad ora non hanno una risposta, se non lo choc per quello che è capitato e non doveva accadere. Anche nella giornata di ieri E.M. è rimasta a casa, dopo un'esperienza terribile che sicuramente l'ha segnata.
C. Arc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci