SAN LAZZARO
L'isola di San Lazzaro degli Armeni a Venezia devastata dal maltempo

Venerdì 15 Novembre 2019
SAN LAZZARO
L'isola di San Lazzaro degli Armeni a Venezia devastata dal maltempo e dall'acqua alta.
La sede della Congregazione Mechitarista, fin dal 1700 centro della cultura armena in laguna è in ginocchio.
Allagamenti e danni ovunque: alcune foto postate sui social, hanno fatto il giro del mondo e subito si è innescata una catena di solidarietà per aiutare i padri Armeni a rialzarsi, ripulendo il chiostro antico, e le stanze che custodiscono alcuni tesori di grande importanza culturale. Immagini che sono diventate un grido d'allarme.
Non bastassero le condizioni meteo avverse, a agevolare il disastro è stata una sfortunata coincidenza: una barca a vela, che batteva bandiera armena, si è schiantata contro il muro perimetrale che protegge l'isola.
San Lazzaro si trova proprio davanti al Lido ed è un punto di riferimento anche per molti lidensi che apprezzano la gentilezza l'esempio di fede e cultura dato da oltre 300 anni dalla Congregazione armena.
MANOVRA ERRATA
L'imbarcazione, forse colta di sorpresa proprio dal maltempo, per un errore di manovra si è schiantata contro il muro che è interrotto da balaustre colonnate. Per fortuna nessuno dell'equipaggio è rimasto ferito, la barca, anche questa gravemente danneggiata, è stata recuperata e messa in sicurezza nell'isola. L'impatto ha però provocato ingenti danni.
Anche ieri ci sono stati sopralluoghi per cercare, per quanto possibile, di mettere alcune barriere temendo un nuovo rischio visto l'alta marea prevista per oggi. Così il muro, anche per la forza del vento che soffiava con una potenza di 100 chilometri all'ora, è crollato al suolo per un tratto di almeno trenta metri. E la marea, a quel punto non ha avuto vita facile e ha invaso anche le parti più delicate del convento.
BIBLIOTECA A RISCHIO
Una stima precisa dei danni ancora non è stato possibile farla, ma si teme che siano considerevoli e riguardino anche l'importante biblioteca, ricca di antichi volumi, e la stamperia (probabilmente la più antica di Venezia, dove nacque la stampa) e dove sono custoditi preziosi manoscritti).
La storia dell'isola, che si estende per circa tre ettari, si intreccia con quella del popolo armeno a partire dal 1717. Fu in quell'anno che l'isola venne donata in perpetuo dal Senato della Repubblica agli Armeni seguaci di Mechitar, ovvero Manug di Pietro, detto il Consolatore.
IL CHIOSTRO
Quest'ultimo, ordinato sacerdote a vent'anni, si era trasferito a Costantinopoli dove esercitava le arti della stampa e della rilegatura. Oggi si possono ammirare, tra l'altro, il chiostro porticato del convento ottocentesco e la chiesa d'impianto gotico che risale al quattordicesimo al secolo. All'interno opere di Francesco Maggiotto e di Francesco Zugno nonché della scuola del Tiepolo. Il refettorio del 1739 conserva pitture di Palma il Giovane, di Longetti e di Gaspare Diziani e molti altri.
Lorenzo Mayer
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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