Obitori pieni, l'Usl spiega: «A causa degli isolamenti»

Martedì 15 Dicembre 2020
Obitori pieni, l'Usl spiega: «A causa degli isolamenti»
LA SPIEGAZIONE
TREVISO «Il problema emerso all'obitorio è legato al fatto che spesso in questo periodo le salme dei defunti, provenienti anche dal territorio, rimangono più a lungo in attesa per permettere alle famiglie di organizzare i funerali con la partecipazione dei parenti, che molte volte devono aspettare la fine della quarantena legata al Covid». L'Usl della Marca spiega così il sovraccarico dell'obitorio dell'ospedale di Montebelluna. Dal 30 novembre è stato necessario spostare 12 salme nell'obitorio del cimitero della stessa città, in accordo con il Comune. Stando a quanto sottolineato dall'azienda sanitaria, l'operazione nasce in primis dal desiderio di andare incontro alle richieste dei parenti. «A novembre abbiamo contato 40 decessi, provenienti da tutto il territorio chiarisce Marco Cadamuro Morgante, direttore dell'ospedale di Montebelluna oggi c'è un'attesa media tra i tre e i quattro giorni per consentire l'organizzazione dei funerali. Da qui la necessità di trasferire alcune salme in altre strutture».
L'EMERGENZA
A Treviso non si è arrivati a tanto. Qui il problema è stato risolto, come in altre occasioni, sistemando i feretri anche nella chiesetta dell'obitorio del Ca Foncello. «Non è la prima volta che succede: la chiesetta rappresenta una soluzione più che decorosa. L'obitorio non è saturo: siamo in linea con il periodo, per di più dopo alcune festività e ponti che hanno rallentato i funerali sottolinea Stefano Formentini, direttore dell'ospedale di Treviso abbiamo 32 posti, tra i quali 12 celle frigo. Se necessario possiamo aumentarli. Ma non è questo il caso. Solo ieri ci sono state una decina di partenze. Va detto che questa Usl ha adottato un protocollo che consente ai parenti di poter dare un ultimo saluto ai propri cari, con tutte le cautele necessarie. L'obiettivo è andare incontro alle famiglie. Sappiamo che questa possibilità è molto apprezzata. Non può passare come un problema».
GLI ADDETTI
«Il fatto è che le persone desiderano poter salutare in presenza il proprio caro soprattutto perchè magari non hanno potuto vederlo un'ultima volta da vivo - confermano gli addetti delle onoranze funebri - e dunque le bare vengono subito sigillate, messe in sicurezza e parcheggiate in attesa che si negativizzino e possano essere presenti al rito». «Solo nell'ultima settimana mi sono capitati 3 casi così - spiega Ivan Trevisin - il Covid oggi viene inoculato soprattutto in famiglia. E dunque a un defunto corrisponde un nucleo in quarantena o asintomatico o positivo con sintomi. Questo rallenta ancora di più il servizio». Quanto tempo si può attendere di svolgere un funerale? «Anche fino a 7 giorni. Si cerca comunque di venire incontro ai figli, i quali però sanno che vedere il proprio caro non è possibile. Il protocollo di sicurezza prevede il sigillo della bara». Oggi a Treviso esiste una stanza adibita ai funerali in attesa. E il numero di richieste di questo tipo sale anche a Vittorio Veneto.
LE CERIMONIE
Anche i sacerdoti hanno cercato di dare un supporto alle famiglie. «Se si riesce a tenerlo in deposito finchè i parenti si negativizzano, bene. Ma in altri casi, si opta per fare prima la cremazione e poi il funerale alle ceneri con il consenso del parroco».
L'APPELLO
L'obitorio di Montebelluna dell'ospedale San Valentino ha esaurito tutti i posti e l'Usl sta portando le salme direttamente in una cappella del vicino cimitero, stessa cosa per l'ospedale di Treviso. Il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, si appella a Zaia. «L'ospedale di Montebelluna pare proprio essere al collasso, l'allarme arriva anche dal personale che ha denunciato pubblicamente che non si saprebbe più dove mettere i malati. Pare che da ieri sera non ci sia più posto in ospedale per chi arriva con il Covid. Chiedo al presidente Zaia di intervenire al più presto».
El.Fi.
M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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