«No parchi divertimento sulle Dolomiti La febbre olimpica non ha colpito tutti»

Giovedì 20 Febbraio 2020
«No parchi divertimento sulle Dolomiti La febbre olimpica non ha colpito tutti»
LIVINALLONGO
«Di parchi divertimento sciistici, in giro per le Dolomiti, ce ne sono anche troppi. Preserviamo il territorio del Settsass che è di una bellezza mozzafiato e puntiamo su forme di valorizzazione alternative, come lo sci alpinismo e le ciaspolate in inverno e le passeggiate e le mountain bike in estate. Perché la gente sarà sempre più alla ricerca di una montagna vera. Pura». L'altra sera a Pieve di Livinallongo, all'incontro organizzato dal comitato Ju le màn da nosta tiera, non solo critiche al possibile carosello spinto dalla Regione Veneto, con collegamento tra Cortina e Arabba. Ma anche proposte concrete e fattive per investire in un turismo che non sia distruttivo bensì conciliante con la natura.
LA POSIZIONE
Il neonato organismo, presieduto da Denni Dorigo, ha presentato la sottoscrizione aperta non solo ai residenti ma anche a coloro che amano Livinallongo e le sue bellezze. «Totale e convinta opposizione alla realizzazione di nuovi impianti sciistici di collegamento fra il comprensorio di Arabba e quello di Cortina passando per la zona Settsass - è stato sottolineato a più riprese martedì sera - Non è accettabile che un progetto di questa entità, la cui realizzazione ricade pressoché interamente nel Comune di Livinallongo, non sia concertato con la comunità locale. Così come non è credibile che la realizzazione di questo percorso possa combattere lo spopolamento della montagna e migliorare la mobilità sulle strade (anche durante la stagione estiva). Va sottolineato poi che si ipotizza che questi nuovi impianti di risalita potranno non sostenersi dal punto di vista economico, viste le caratteristiche morfologiche dei luoghi e la posizione periferica rispetto ai grandi centri turistici, creando quindi dei problemi». «Siamo contrari - ha ribadito il comitato - a sacrificare un immenso patrimonio paesaggistico/ambientale che crediamo vada mantenuto e preservato anche per le generazioni future. Infine, i luoghi interessati godono di una valenza storica impareggiabile: la storia del Castello di Andraz/Schloss Buchenstein e del Col di Lana con il Monte Sief/Spiz de le Selëghe impongono di guardare a questi territori con rispetto e attenzione».
IL DIBATTITO
In sala Taulac, l'altra sera, tantissimi fodomi. Vari coloro che hanno detto la propria opinione, tutti allineati al no secco al nuovo collegamento. «Sono i luoghi del nostro cuore - ha detto un cittadino - dove possiamo camminare in piena serenità, riconciliandoci con il mondo. Sono i posti dei nostri ricordi da bambini, di quando li frequentavamo con i nostri genitori e nonni. Ma sono anche i boschi e i prati sotto i quali giacciono i resti di chissà quanti caduti della Prima guerra mondiale. Non è accettabile che queste aree vengano violate come vorrebbe il progetto della Regione». «Imponendoci queste idee dall'alto - ha detto un altro residente - fa male vedere come la Lega del presidente Luca Zaia e dell'assessore Federico Caner rinneghi quell'autodeterminazione dei popoli che tanto ha sbandierato». «La zona in questione - ha sottolineato la guida alpina Franz Brunner - ha delle potenzialità naturalistiche e storiche enormi: si perseguano queste». «Sappiate che in questa battaglia ci sono anche molti ampezzani - ha detto Roberta De Zanna che a Cortina fece parte del movimento che chiese un referendum per la realizzazione delle Olimpiadi - La febbre olimpica, fortunatamente, non ha colpito tutti noi in Ampezzo». «Per quanto ci riguarda - ha evidenziato Legambiente Veneto - saremo al vostro fianco in tutto: dal supporto giuridico a quello di protesta». Presenti alla serata anche alcuni esponenti del Cai.
Raffaella Gabrieli
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