NELLA BASSA
BORGO VENETO/ESTE È stata una domenica intrisa di un'intensa

Lunedì 1 Giugno 2020
NELLA BASSA BORGO VENETO/ESTE È stata una domenica intrisa di un'intensa
NELLA BASSA
BORGO VENETO/ESTE È stata una domenica intrisa di un'intensa spiritualità per le comunità di Borgo Veneto e di Este, accomunate dall'affidamento alla Madonna, di cui ieri ricorreva la Visitazione. A Borgo Veneto i fedeli hanno abbracciato il duomo celebrando in una messa all'aperto la loro santa patrona, la Beata Vergine Maria. A Este invece la preziosa icona seicentesca della Madonna delle Grazie ha visitato la città in un lungo pellegrinaggio partito dall'ospedale di Schiavonia, uno dei luoghi simbolo di questa emergenza.
LA GIORNATA
Per i fedeli di Borgo Veneto ieri è stato un giorno speciale. Sì perché alla solennità della Pentecoste si è intrecciata una doppia ricorrenza: da un lato la prima festa della santa patrona unitaria del Comune nato dalla fusione di tre municipalità, dall'altro il primo anniversario dell'elevazione della chiesa arcipretale di Megliadino San Fidenzio a duomo di Borgo Veneto. Erano più di 250 i fedeli delle sette parrocchie dell'unità pastorale che ieri pomeriggio hanno partecipato alla messa presieduta dal parroco don Mario Giuliano Miotto. Le sedie in plastica posizionate sul prato davanti alla chiesa si sono riempite in fretta, abbracciando idealmente l'altare collocato davanti all'ingresso. A ribadire che la Chiesa è fatta di persone, prima ancora che di mattoni. «L'emergenza di oggi, che ci priva degli abbracci, dei baci ci permette di capire meglio la Pentecoste: quando ti passa qualcosa che tu non vedi ma ti colpisce dentro. Oggi lo possiamo capire ancora di più ha detto il sacerdote nell'omelia . La Pentecoste è un modo di Dio per trasmettere qualcosa che non vedi ma senti dentro. In noi vibra la presenza di Dio ogni volta che rompiamo le nostre mascherine del cuore e sfiliamo i nostri guanti di gomma dell'anima». «Questa festa di Pentecoste si intreccia con il 31 maggio, in cui l'anno scorso abbiamo istituito Maria come nostra patrona e abbiamo messo questo duomo come punto di riferimento ha proseguito il celebrante . A Maria affidiamo ancora una volta le nostre comunità e il nostro territorio per raggiungere un noi armonico».
Prima del Covid erano tante le idee in ballo per festeggiare questa ricorrenza, come ha ricordato il sindaco Michele Sigolotto, che ha preso la parola al termine della celebrazione. «Oggi invece siamo qui, in un'atmosfera quasi surreale, distanti, a causa di questo virus che ha colpito e ha ucciso anche nella nostra comunità. Voglio però ringraziare tutti perché siamo riusciti a metterlo all'angolo. Un grazie all'unità pastorale perché in questo tempo è riuscita, anche attraverso i canali multimediali, a mantenere vivi sia la fede che il senso di comunità».
L'INVOCAZIONE
Neppure Este li ha persi, anzi li ha riscoperti riadattandoli all'emergenza Coronavirus. Ieri pomeriggio in tanti si sono affacciati ai balconi o al giardino di casa per invocare la Madonna della Grazie, portata in pellegrinaggio per le vie della città. «Siccome i fedeli non potevano seguirla nella tradizionale processione, è stata Lei a visitare le nostre case e i luoghi in cui abbiamo vissuto questo tempo di pandemia», spiega don Lorenzo Mocellin, parroco delle Grazie. L'icona è partita dall'ospedale di Schiavonia e ha fatto tappa in alcuni luoghi simbolo della città tra cui la casa di riposo, dove non ci sono stati contagi, per poi tornare nella basilica a lei dedicata. «Il pellegrinaggio voleva essere un modo per ringraziare la Madonna, che ha salvaguardato la città (ora Covid-free, ndr)», conclude il sacerdote. Lo scorso 25 marzo, festa dell'Annunciazione, i parroci e il sindaco avevano affidato Este alla Madonna, come era avvenuto quattro secoli fa con Santa Tecla per liberare la città dalla peste.
Maria Elena Pattaro
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