MUSEI CIVICI
VENEZIA La Fondazione musei civici veneziani si appresta a chiudere

Mercoledì 24 Febbraio 2021
MUSEI CIVICI
VENEZIA La Fondazione musei civici veneziani si appresta a chiudere il 2020 con un utile di poco meno di due milioni di euro nonostante i musei abbiano tenuto chiuso per buona parte dell'anno. Miracolo di fine anno? No, semplicemente il combinato disposto della riduzione dei costi vivi del personale fisso e in appalto e il contributo statale di 8 milioni 444mila e otto euro e 59 centesimi. Soldi arrivati dal Ministero dei beni culturali nell'ultimo trimestre per coprire le mancate entrate nell'anno della grande pandemia e che hanno salvato il bilancio. Nell'aggiornamento del budget di settembre la Fondazione contava di perdere a fine anno circa 7 milioni e mezzo a causa del crollo della bigliettazione, passata poco più di 6 milioni rispetto a una previsione iniziale di 28.
È anche per questo che negli ultimi mesi ci sono state molte polemiche sulla chiusura continuata di tutte le sedi, seguita da una breve riapertura di palazzo Ducale e del museo Correr durante l'ultima settimana del Carnevale, con lunghe file da parte di ospiti giornalieri ma anche di veneziani che volevano riappropriarsi degli spazi.
Ora, però, le porte si son chiuse di nuovo e c'è chi si chiede perché la Fondazione musei civici non abbia impiegato parte dei fondi ministeriali per tenere aperte almeno alcune sedi e dare un servizio alla cittadinanza. Non sempre, ovviamente, ma quando i decreti anti covid lo consentivano o lo consentono.
CHIUSI MA IN UTILE
Tutto parte da un accesso agli atti della capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, Monica Sambo. Proprio dalla documentazione arrivata alla consigliera si desumono le cifre indicate poc'anzi. La fonte sono l'aggiornamento del budget annuale a settembre e a dicembre la bozza del bilancio di previsione 2021. Per carità, tutte scritture perfettibili e ancora modificabili, ma che danno comunque una traccia plausibile di quello che saranno i documenti definitivi.
Le entrate straordinarie di fine anno hanno coperto integralmente lo sbilancio costi-ricavi che solo a settembre era macroscopico. La gestione della Fondazione ha comunque fatto la propria parte riducendo i costi di circa 14 milioni, metà dei quali dal taglio dei servizi museali in appalto.
MUVE E COMUNE
La Fondazione in questo momento si riserva di commentare più avanti. L'amministrazione comunale, che sulla Fondazione ha un ruolo di indirizzo conferma di muoversi in maniera molto prudente perché il quadro generale resta incerto.
« Fino a qualche giorno fa - dicono a Ca' Farsetti - sembrava addirittura che ci fosse una prospettiva da zona arancione, dove i musei sono chiusi, e ora tra l'altro la mobilità tra regioni è stata posticipata a fine marzo».
La rassicurazione è quella di riprendere a breve in mano la questione, analizzando ogni aspetto con la massima cautela.
SCELTA ASSURDA
«Sembra assurdo - commenta Monica Sambo, che ieri ha depositato un'interrogazione al sindaco - ma per il 2020 la Fondazione ha previsto di chiudere in utile di quasi due milioni e anche nel 2021 è previsto un utile anche in caso di apertura parziale dei musei nei primi mesi dell'anno. Ma anche a fronte di questo utile la Fondazione ha deciso di chiuderli, solo per conseguire un utile maggiore e non per tenere i conti in pareggio. Non trovo altra spiegazione».
Per Sambo, insomma, la scelta di tener chiuso non ha niente a che fare con la tenuta dei bilanci della Fondazione.
«Ciò è avvalorato anche dal fatto che a luglio 2020 sono stati accesi due finanziamenti da 2 milioni di euro che grazie ai contributi del Governo essa non ha utilizzato - conclude Sambo - Quindi una scelta miope, che incide sull'offerta culturale della città e sui lavoratori che sono coloro che stanno pagando il prezzo di questa chiusura. Soprattutto quelli degli appalti, che già con l'ultimo bando erano stati notevolmente penalizzati, oggi in cassa integrazione stanno affrontando una situazione difficilissima. Mettendo in cassa integrazione anche gli interni della Fondazione, si sono interrotte la maggior parte delle attività scientifiche, di conservazione e soprattutto di programmazione. È molto grave».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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