LE REAZIONI
ROMA «Avevo capito che Zonin fosse una persona con responsabilità»

Giovedì 14 Dicembre 2017
LE REAZIONI
ROMA «Avevo capito che Zonin fosse una persona con responsabilità» ma invece «da questa audizione è sembrato che fosse un passante» rimandando le responsabilità ad altri. La battuta del presidente del Pd e membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, Matteo Orfini, arriva al termine dell'audizione e riassume la sensazione che pervade il resto dei parlamentari che hanno assistito alla deposizione. «A questo punto - continua Orfini - chiedo che venga audito» l'ex ad della Vicenza. Ovvero Samuele Sorato. «Zonin - ha aggiunto Orfini - ha smentito di aver ricevuto pressioni da Banca d'Italia ma non ha negato che altri le abbiano ricevute».
Quasi tre ore di audizione con i commissari sempre più perplessi e un'idea che diventava obbligata: sentire anche l'ex direttore generale della Popolare di Vicenza Samuele Sorato. «Ero stato sempre contrario ad audire Zonin, perché era persona indagata; certo i tanti non so che hanno costellato la sua relazione fanno pensare, per questo stiamo pensando di audire anche l'ex direttore generale - avverte Renato Brunetta, vice presidnete della Commissione e leader di Forza Italia - quello che è venuto dai nostri lavori ci riporta a dire che avevamo avuto ragione a varare questa Commissione. Ora dobbiamo capire che cosa è successo nel 2011 e lo faremo nei prossimi giorni».
Perplessità condivise dal grillino Girotto: «Troppe risposte evasive, Zonin non ci ha spiegato cosa realmente è successo, sembrava che fosse passato dalla Popolare di Vicenza per caso e non fosse stato presidente per quasi vent'anni; per questo vogliamo sentire anche Sorato». Anche se non si è presentato nemmeno alla prima udienza preliminare gestita dal gup Roberto Venditti a Vicenza per legittimo impedimento, dal momento che è gravemente malato? «Questa è una questione che valuteremo nei prossimi giorni», risponde il deputato veneto del Movimento 5 stelle.
IL COMUNICATO
Parole che evidentemente in serata devono aver raggiunto il protagonista della giornata, ovvero Zonin, che decide di diffondere un'ulteriore dichiarazione, questa volta scritta: «Come ho già avuto modo di rendere noto all'autorità giudiziaria, ho fornito ai membri della Commissione la mia piena disponibilità a collaborare affinché vengano ricostruiti con completezza i fatti e le dinamiche che hanno determinato lo stato di crisi di Banca Popolare di Vicenza. Ripongo la massima fiducia nel delicato e complesso lavoro della Commissione che, in aggiunta al lavoro svolto dall'autorità giudiziaria, mi auguro possa far luce e ricostruire le responsabilità di quanto accaduto a Banca Popolare di Vicenza, Istituto che ho presieduto per molti anni e nell'interesse del quale ho sempre agito con correttezza e in buona fede».
Una deposizione, quella di Zonin, che ha anche avuto momenti in cui l'amarezza da parte dell'ex presidente della Popolare di Vicenza ha avuto il sopravvento: «In Veneto, regione che traina l'Italia, avevamo tre banche e queste sono sparite in un anno. È mortificante», ha detto a un certo punto, facendo riferimento alla scomparsa delle insegne anche della Popolare di Marostica inglobata in Volksbank, oltre ovviamente a Veneto Banca e Bpvi.
Ma i parlamentari probabilmente erano interessati soprattutto a cogliere qualche sfumatura da utilizzare politicamente nella questione Etruria. Anche su questo, però, Zonin ha deluso le attese: «Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco l'ho incontrato due volte e può essere che abbiamo parlato di Veneto Banca, ma mai di Etruria. E, riguardo quest'ultima, non conosco Pier Luigi Boschi né Elena Boschi». Tropo poco per consentire ai commissari del parlamento di sentirsi soddisfatti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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