LE OPERE
CORTINA La ricostruzione della pista di bob Eugenio Monti di Ronco sarà

Martedì 25 Giugno 2019
LE OPERE
CORTINA La ricostruzione della pista di bob Eugenio Monti di Ronco sarà l'intervento di maggior spessore che le Olimpiadi invernali 2026 porteranno a Cortina. La riapertura dell'impianto sanerà la sciagurata chiusura del 2008, con la rinuncia ai Campionati del mondo 2011, già assegnai a Cortina, nel congresso di Londra 2007 della Federazione internazionale. Fra i primi a gioirne c'è Gianfranco Rezzadore, già pilota e da molti anni presidente del Bob club Cortina: «I Giochi rappresentano un'opportunità unica per riaprire la pista, con la creazione di una struttura moderna, con tutti i crismi, che possa accogliere le gare olimpiche, ma anche gli eventi che verranno prima e dopo del 2026. Tutto ciò nel contesto di uno studio di sostenibilità dell'impianto, fatto dal comune, che va oltre l'evento. Non accadrà come per Torino 2006, che dopo i Giochi è morto tutto. A Cortina è più facile andare avanti, perché c'è un club molto attivo, c'è la storia del bob, una radicata tradizione, tanti volontari, atleti giovani, che siamo riusciti ad avvicinare a questo sport». L'annuncio della assegnazione dei Giochi 2026 è stato lo sparo dello starter: «Ora parte il periodo di lavoro conferma Rezzadore ma ci conforta e ci motiva il fatto di aver tenuto duro per undici anni per qualcosa. Nascerà un nuovo impianto, idoneo per tutte e tre le discipline del bob, dello skeleton e dello slittino, come lo avremmo voluto noi, prima della chiusura assurda e ingiustificata. Sarà la rivalsa delle nostre discipline, che hanno sofferto per la mancanza di un impianto in Italia». Alla festa in piazza era esposto un bob, con la presenza della squadra nazionale: «E' un segnale della rinascita del bob e dello skeleton a Cortina, grazie alla collaborazione fra il nostro club e la Federazione», conclude Rezzadore. Fra gli atleti in piazza c'è Matta Gaspari, pilota ampezzano del bob che sta tornando all'attività agonistica, dopo due anni di fermo per un grave infortunio: «Fra sette anni avrò letteralmente i Giochi in casa, visto che la pista dista soltanto 500 metri. Presto faremo una riunione generale, per sapere che cosa accadrà: non vedo l'ora di vedere il progetto dell'impianto, di seguire i lavori, di scendere per omologarlo». Gaspari ha tre obiettivi davanti, nei prossimi tre anni: ci saranno i Mondiali 2020 ad Altenberg e 2021 a Lake Placid, su due pistetecniche, che mi piacciono molto, poi le Olimpiadi 2022 a Pechino. A questo punto guardo all'appuntamento successivo di Cortina 2026». Il bellunese Franco Gidoni gioisce nella duplice veste di consigliere regionale e di ingegnere, per tanti anni direttore di pista dell'impianto di Ronco, a fianco del Bob club Cortina nell'organizzazione di tanti eventi nazionali e internazionali: «La pista di Cortina per il bob è come Montecarlo per la Formula Uno: è la storia del bob. Torneremo ad aprirla, è già pronto il disegno, il progetto. Fra gli sport destinati a Cortina nel 2026, le piste per lo sci femminile sono già pronte per i Mondiali 2021; per il curling c'è lo stadio Olimpico del 1956, da migliorare, ma esistente. L'aspetto qualificante sarà la riapertura della pista di Ronco». Più in generale, sull'assegnazione dei Giochi, il consigliere Gidoni commenta: «Rappresenterà un'occasione di rilancio per le Dolomiti, per l'intera montagna veneta. Va ad aggiungersi al riconoscimento dell'Unesco, del quale festeggiamo il decennale, che ha comunque un'altra funzione. I Giochi fatti da noi avranno una potenzialità enorme, con 3 miliardi di Pil stimati e oltre ottomila posti di lavoro. Saranno un'opportunità per ripopolare la montagna, per realizzare infrastrutture, saranno un'occasione per migliorare. La più grande offerta negli ultimi anni. Già si vede l'effetto Cortina 2021 dei Mondiali di sci; sarà ben maggiore quello dei Giochi 2026».
Marco Dibona
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci