La rabbia di ristoratori e baristi: il rischio è di feste abusive nelle case

Venerdì 23 Aprile 2021
La rabbia di ristoratori e baristi: il rischio è di feste abusive nelle case
I RISCHI
PORDENONE E UDINE «Se il coprifuoco resterà alle 22 e soprattutto fino alla fine di luglio il rischio vero è che, appena arriva la bella stagione e il caldo, ci sia un autentico proliferare di cene e feste nelle case private. Con un rischio di rialzo dei contagi decisamente più elevato». Non hanno dubbi ristoratori e titolari di locali rispetto alla conferma delle limitazioni contenuta nell'ultimo decreto Draghi. «È comprensibile - sottolinea Pier Dal Mas, ristoratore e presidente della categoria per Ascom-Confcommercio del Friuli occidentale - la cautela e la prudenza rispetto a possibili recrudescenze del virus. Ma qui siamo davvero al paradosso, quasi alla presa in giro della nostra categoria. Maggio, giugno e luglio sono mesi in cui, non soltanto nei luoghi turistici ma anche nelle città, si lavora molto. Perciò consentirci di lavorare all'esterno dei nostri locali, ma con l'ordine di mandare tutti a casa entro le 22 è come dire che le cene o si anticipano alle sei di pomeriggio o non si fanno. E anche in questo caso si crea una discriminazione: pensiamo alle regioni del nostro Meridione dove alle 22 si e no si comincia a sedersi a tavola per cena. Non voglio poi pensare cosa potrebbe accadere nelle aree di turismo, soprattutto nelle zone balneari della nostra regione». Insomma, ristoratori, chef e baristi hanno più di un motivo per essere esasperati e arrabbiati.
DISCRIMINAZIONI
Già con il provvedimento di settimana scorsa c'era stata una sollevazione per la discriminazione che di fatto si crea tra attività che hanno la possibilità di mettere tavolini all'esterno, con dehors e plateatici, e quelle che invece non ce l'hanno. «Ora - aggiunge Dal Mas - sembra davvero che il settore venga bastonato senza alcuna ragione. Sono tantissimi i locali che non avranno la possibilità di lavorare sia a pranzo che a cena all'esterno dovendo aspettare giugno per usare soltanto gli spazi interni. Senza contare che ci sono dei trattamenti diversi. Perché negli autogrill, che sembrano diventati zona franche, si può mangiare all'interno sempre? E cosa succederà per quei locali che stanno svolgendo il servizio cosiddetto di risto-mensa per i lavoratori e le imprese dei cantieri edili e non solo su base contrattuale? O negli alberghi?». Insomma, se diversi ristoratori stanno valutando se aprire già il 26 o se attendere qualche giorno per verificare le richieste del mercato le preoccupazioni sono per i prossimi mesi.«Si sente informalmente - aggiunge il ristoratore - che l'orario del coprifuoco potrebbe s littare strada facendo. Ma noi abbiamo bisogno di certezze e di un minimo di programmazione dopo un anno di incertezze». E poi insiste: «Con l'estate se il coprifuoco rimarrà alle 22 il grande rischio è che esploda una sorta di giungla del divertimento fuori controllo con cene, party tra amici nelle abitazioni private. Questo sì rappresenterebbe un rischio per i contagi. Certamente molto di più dei ristoranti e dei bar aperti fino a tardi. Almeno nei locali ci sono i protocolli, le prenotazioni, il numero limitato di persone ai tavoli, l'igienizzazione dei locali e i controlli delle forze dell'ordine».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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