LA PISTA
ODERZO L'uscita burrascosa da un rapporto sentimentale con una ragazza,

Domenica 5 Agosto 2018
LA PISTA
ODERZO L'uscita burrascosa da un rapporto sentimentale con una ragazza, la macchina vandalizzata con una chiave, l'incursione in casa e il televisore danneggiato. E poi, fatto ben più grave, il bossolo di pistola lasciato sul tavolo della cucina, in casa, in una busta chiusa. Fatti non necessariamente collegati tra loro ma che alimentano, tra le altre, la pista che l'agguato subito l'altra notte da Durim Qefa sia legato a motivi strettamente passionali. Nell'ambiente lavorativo, così come tra i vicini di casa, si parla di questo. Si tratta per il momento di indiscrezioni tutte da confermare, anche perché il diretto interessato, per ora, ha solo fornito conferme parziali. Ma in aggiunta a questo sia dalla laguna, dove il 40enne lavora per conto di un'agenzia di Security facendo il bodyguard anche al Casinò di Venezia, che da Oderzo, spunta anche la pista di una possibile vendetta per una donna contesa. Una donna che il cittadino albanese starebbe frequentando da qualche tempo.
IL PRIMO AVVERTIMENTO
L'agguato dell'altra notte sarebbe stato il culmine di una serie di intimidazioni partite da lontano. Qefa è descritto da tutti come un ragazzo affabile, tanto muscoloso quanto dai modi educati e gentili. Eppure circa un anno fa aveva ricevuto una busta dal contenuto minatorio. Dentro c'era un bossolo di pistola. Qualcuno lo stava mettendo in guardia. Era entrato in casa, gli aveva danneggiato la tivù e gli aveva lasciato il messaggio in piombo sul tavolo. Secondo i vicini, così aveva spiegato Qefa, era stata l'ex fidanzata. Il 40enne aveva denunciato quanto successo ai carabinieri di Oderzo, ma ora l'episodio ora riemerge in tutta la sua possibile rilevanza considerato il colpo di pistola ricevuto alle 3 e mezzo di venerdì notte sparato da una persona, probabilmente un uomo, che lo ha atteso sotto casa con tutta l'intenzione di fargli del male, se non di ucciderlo, considerato che il proiettile solo per puro caso non ha raggiunto alcun organo vitale. Sarebbe morto se il colpo alla schiena lo avesse raggiunto al cuore, o alla colonna o a qualche vaso sanguigno. Quel bossolo trovato in casa un anno fa, in ogni caso, verrà confrontato con quello recuperato a terra dai carabinieri in via Volta, dov'è stato esploso il colpo che ha raggiunto il 40enne.
L'AUTO VANDALIZZATA
Di certo, lo confermano più testimoni così come lo stesso Qefa, la fine della relazione con la sua ex fidanzata era stata tutt'altro che tranquilla. «Lei non accettava la fine della loro storia - racconta un amico del 40enne, tornato ieri mattina in via Volta per recuperare alcuni indumenti e portarli in ospedale, dove il bodyguard albanese è ricoverato -. Gli aveva strisciato la macchina, era tornata diverse volte e avevano litigato, ma da questo e pensare che potesse fargli del male ce ne passa. Non credo sarebbe mai arrivata a tanto».
LE ALTRE IPOTESI
I carabinieri sono tenuti al massimo riserbo sulle indagini e nessuna pista è stata esclusa. Nessun elemento può essere ovviamente tralasciato e di sicuro, considerato il mestiere del 40enne, ulteriori approfondimento verranno fatti negli ambienti di lavoro da lui frequentati. Dopo averlo interrogato, i militari sentiranno anche i colleghi della società per cui lavora. In merito all'accaduto il Casinò di Venezia ha voluto comunque specificare: «In riferimento al fatto accaduto la notte del 4 agosto riconducibile a un uomo che presta attività lavorativa al Casinò di Venezia, la persona rimasta ferita dai colpi di pistola da parte di uno sconosciuto non è un dipendente del Casinò ma della società Executive Service che opera in supporto al servizio di vigilanza e sicurezza interna aziendale all'interno delle sale da gioco. Da una verifica interna la persona non tornava da un turno di lavoro in quanto era di riposo. Fermo restando le indagini in corso, da parte delle Forze dell'Ordine, il fatto non è riconducibile all'attività della Casa da gioco».
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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