LA CAMPAGNA
TREVISO È partita l'operazione tamponi a tappeto, eseguiti senza

Venerdì 27 Marzo 2020
LA CAMPAGNA TREVISO È partita l'operazione tamponi a tappeto, eseguiti senza
LA CAMPAGNA
TREVISO È partita l'operazione tamponi a tappeto, eseguiti senza nemmeno scendere dall'auto. Ma non vuol dire fare il test per il coronavirus a tutti, in modo indiscriminato. I cittadini che sviluppano sintomi respiratori, in particolare se hanno contatti stretti con persone contagiate da Covid-19, possono chiedere al proprio medico di famiglia o al servizio di Igiene e sanità pubblica dell'Usl della Marca se è opportuno fare l'esame. Sono i dottori, in buona sostanza, a decidere se è realmente il caso di effettuare il tampone per avere una diagnosi certa e impostare una terapia in ambito domiciliare. Nel momento in cui il test risulta necessario, ai cittadini viene dato un appuntamento per presentarsi in uno dei tre punti tampone allestiti nel trevigiano: nel centro La Madonnina di Treviso, in una tenda fuori dall'ospedale di Castelfranco e nel parcheggio sul retro del distretto sociosanitario di via Galvani a Conegliano. Qui il personale esegue il tampone con la tecnica drive through: si arriva a bordo dell'auto, si fa il test attraverso il finestrino abbassato e poi si riparte. L'esito viene comunicato via mail al diretto interessato e, di conseguenza, ai dottori che hanno richiesto l'esame. Si tratta dello stesso sistema usato per fare il tampone ai medici di famiglia, ai pediatri e ai farmacisti attivi nel territorio.
LE ANALISI
Attualmente l'unità di Microbiologia di Treviso processa mille tamponi al giorno. L'obiettivo è arrivare a 1.800. «La parte principale di questi esami specificano dall'azienda sanitaria viene svolta a favore degli operatori ospedalieri». È fondamentale. Ad oggi sono 179 i dipendenti dell'Usl, tra medici, infermieri, operatori e addetti, costretti a stare in isolamento a causa del coronavirus. Si è corsi ai ripari assumendo in libera professione 4 geriatri, 3 medici per Malattie infettive, un chirurgo per il pronto soccorso di Treviso e un anestesista per il Suem118. Più 31 infermieri, 18 operatori, 2 tecnici e 3 assistenti sanitari, sia a tempo indeterminato che con contratti di sei mesi.
EX PRIMARIO IN CAMPO
L'emergenza, inoltre, ha spinto a rientrare in servizio dalla pensione Benedetto Ignazio Roiter, 72 anni, già primario della Seconda medicina del Ca' Foncello. Adesso lavorerà in Prima medicina. Ma si guarda anche al territorio. «L'esecuzione dei tamponi sul territorio è importante spiegano dall'Usl sia nelle case di riposo, per personale e ospiti sintomatici, sia con il sistema drive through, che prevede l'esecuzione del tampone per gli operatori sanitari attivi sul territorio, per i soggetti operanti in servizi di pubblica utilità, secondo il piano di monitoraggio regionale, i soggetti con sintomatologia sospetta per Covid-19 e le persone che richiedono un tampone negativo per la riammissione in collettività». I medici, comunque, predicano prudenza, sottolineando che non ha alcun senso una corsa indiscriminata al tampone. «I tamponi possono avere un senso nel caso di familiari di persone contagiate che presentano dei sintomi specifici chiarisce Brunello Gorini, medico di famiglia a Salgareda e Ponte di Piave, oltre che segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei dottori di base in questo periodo seguiamo a domicilio molte persone con sintomi simil influenzali. In molti casi si potrebbe mettere la mano sul fuoco che si tratta di coronavirus. Ma l'azione migliore in tale contesto è l'isolamento a casa e il monitoraggio costante». Una linea condivisa anche dalla stessa azienda sanitaria. «L'esecuzione del tampone non è una misura alternativa all'isolamento domiciliare e alla quarantena: nel soggetto in quarantena, specie sede asintomatico, il tampone rappresenta una fotografia istantanea dell'eventuale presenza del virus nelle vie respiratorie in un preciso momento avverte l'Usl della Marca sia nel caso di test positivo che negativo, il soggetto asintomatico o paucisintomatico (con sintomi lievi, ndr) in quarantena deve rimanere isolato: una persona oggi negativa, se fotografata nei primi giorni di incubazione, potrebbe sviluppare presenza del virus e sintomi nei giorni anche immediatamente successivi».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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