L'INTERVISTA
TREVISO «Nessuno può ritenersi indenne dal rischio di

Giovedì 13 Dicembre 2018
L'INTERVISTA
TREVISO «Nessuno può ritenersi indenne dal rischio di infiltrazioni mafiose». Il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà parla chiaro. I controlli di ieri nei cantieri della Strada Pedemontana Veneta non sono la conseguenza di indagini o soffiate di alcun tipo. Non c'è alcun sospetto insomma. Ma al tempo stesso, lo prevede il codice antimafia ed in particolare l'articolo 93 che conferisce alla Prefettura il potere di accesso e accertamento nei cantieri delle imprese interessate in appalti pubblici, non bisogna mai abbassare la guardia.
Prefetto Laganà, c'è un vero pericolo infiltrazioni mafiose nei cantieri stradali trevigiani?
«È sciocco pensare che ci siano territori immuni, ce lo hanno dimostrato già diverse indagini, in Emilia o in Piemonte. È un dato di fatto che la criminalità organizzata sta cercando altri territori in cui progredire e riciclare il denaro e per questo deve trovare connivenze con zone vergini. L'appello che facciamo agli imprenditori è sempre lo stesso: attenzione, perchè un'economia contaminata è destinata a perdere la capacità di produrre benessere e ricchezza oltre che profitto».
Come bisogna interpretare il dispiegamento di forze di ieri mattina?
«Non c'è nulla di anomalo, sia chiaro. Si è trattata di un'attività prevista dal codice antimafia, quindi doverosa, il cui fine è quello di prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata in opere di un certo il livello. Il Prefetto dispone l'accesso ai cantieri, mentre le forze dell'ordine, coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia, intervengono per fotografare la situazione dei lavori e analizzare tutto ciò che si ritiene d'interesse».
Ci sono elementi di rischio particolari per quanto riguarda Strada Pedemontana?
«Non risulta niente di patologico in questo momento. L'accesso ai cantieri è una pratica molto comune in altre regioni d'Italia e la Pedemontana è un'opera molto importante, per la quale è stato anche firmato uno specifico Protocollo di legalità. L'attività è finalizzata a semplicemente mirata a controllare che tutto vada come deve andare. Il controllo, proprio per questo, non riguarda solo l'acquisizione di documenti, ma anche l'identificazione di tutte le persone che sono all'interno dell'area di cantiere e la verifica dei contratti di lavoro, dei subappalti, del rispetto delle norme di sicurezza».
C'è già un primo esito del controllo?
«Per ora no. Il gruppo interforze ha appena acquisito tutti i dati, e sulla base di questi dovrà presentare entro trenta giorni una relazione. Tutte le informazioni vengono subito confrontate con le varie banche date ministeriali. È un'attività certosina. Poi si potranno trarre le prime conclusioni dell'attività. Ovviamente mi auguro che non emerga nulla di particolare».
È il premio controllo di questo tipo?
«Non se ne facevano da circa 10 anni ma un'attività simile è stata fatta, sempre nei cantieri della Pedemontana Veneta, dalla Prefettura di Vicenza, provincia in cui ricade gran parte dell'opera».
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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