L'avvocato della famiglia di Basiliano «Questo è un regalo fatto a Lisa»

Venerdì 8 Dicembre 2017
L'avvocato della famiglia di Basiliano «Questo è un regalo fatto a Lisa»
LE REAZIONI
UDINE «È un regalo fatto a Lisa». L'avvocato Enrica Lucchin, che insieme al collega Valentino Tornaboni ha assistito i familiari di Lisa Puzzoli, la giovane mamma uccisa sul cancello della propria casa di Villaorba di Basiliano, per mano dell'ex fidanzato e padre della sua bambina, ha subito comunicato ai genitori della ragazza la decisione della Corte di Cassazione che, nella serata di ieri, ha respinto il ricorso di Vincenzo Manduca confermando la condanna della Corte d'assise d'appello di Trieste. La notizia, coincidenza del destino, è arrivata alla famiglia della giovane mamma friulana proprio in coincidenza con il quinto anniversario della sua morte, avvenuta la sera del 7 dicembre di cinque anni fa. «Smussa un po' il dolore della giornata, anche se resta sempre una ferita aperta che la sentenza non ricuce», aggiunge l'avvocato Lucchin soddisfatta che «l'impianto accusatorio abbia retto fino in Cassazione». Confermando la condanna inflitta a Vincenzo Manduca dalla Corte d'Assise d'appello di Trieste, gli Ermellini ne hanno ribadito la «colpevolezza per l'omicidio, ma anche e soprattutto per lo stalking». Un punto che il legale della famiglia della giovane friulana tende a sottolineare «perché erano dei fatti che avevano pesato particolarmente nella vita di Lisa. Era necessario che questo venisse riconosciuto. È veramente importante che sia stato confermato anche dalla Cassazione. Non era Manduca commenta Lucchin - la persona che soffriva per i comportamenti di Lisa ma era il contrario. La sentenza sancisce questo fatto». I genitori, Mariella e Maurizio, e il fratello di Lisa, Luca, hanno atteso la sentenza a casa, in Friuli, come i loro legali. Una scelta dettata dalla consapevolezza che «tutto quello che poteva essere fatto per ricostruire la vicenda era stato fatto nei primi due gradi di giudizio», oltre che per una questione legata alle spese in quanto «sino ad ora nessuno ha risarcito nulla e nessuno della famiglia del ragazzo dà una mano, in nessun modo, a far crescere la bambina» nata dalla relazione tra Lisa e Vincenzo. La piccola, che allora aveva due anni e che è cresciuta in questi anni circondata dall'affetto dei nonni materni e dello zio, adesso sa cosa è successo alla sua mamma. «Gli psicologi, che stanno seguendo un percorso con lei, le hanno spiegato riferisce il legale -. Penso che questa sentenza sarà importante anche per lei, quando sarà grande e avrà modo di capire ancora di più. Come diceva Manduca che voleva che venisse fuori la verità. Ecco, ancora una volta abbiamo la verità. Questa è la verità». «Di Lisa ormai non si parla più afferma -, è come se la sua morte fosse un fatto oramai superato, a differenza di quella di altre donne di cui si continua a parlare e per cui si fanno manifestazioni. Lancio un appello che quando si fanno manifestazioni contro il femminicidio non le si dedichi a una persona in particolare ma le si dedichi, almeno qui in regione, a tutte le donne che in questi anni qui sono morte. E sono tante. Non ce n'è una sola. Tutte le persone morte sono uguali. Non ce n'è qualcuna più uguale degli altri».
e.v.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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