L'abbraccio del presidente-papà di tutti «Su quel ponte avrei potuto esserci anch'io»

Domenica 19 Agosto 2018
IL PERSONAGGIO
GENOVA La giornata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è cominciata ben prima del funerale solenne che ha richiamato nel padiglione Jean Novel della Fiera del Mare almeno cinquemila genovesi, oltre ai familiari delle diciannove vittime. Alle dieci di mattina, come prima cosa, va a salutare i vigili del fuoco che sono ancora sotto il ponte Morandi a scavare.
Si avvicina, stringe le mani a tutti quelli che stanno ancora spostando macerie, poi si ferma: proprio pochi minuti prima, dopo giorni di ricerche, è stata trovata la macchina che si sperava salvata da un miracolo. Ancora una volta una famiglia, i Cecala, padre, madre e bambina di nove anni.
LA COMMOZIONE
Al presidente viene mostrata solo la vettura schiacciata, quel poco che si è riusciti a recuperare, lui non trattiene la commozione. Poi stringe di nuovo le mani dei vigili del fuoco e li ringrazia: «Potevo esserci io su quel ponte, ci sono passato spesso anche di recente».
Politico di un tempo cancellato, considerato troppo schivo, troppo poco esplicito nelle sue mosse, il presidente della Repubblica è stato ieri il più capace di mettersi in sintonia con la città ferita. A cominciare da quella immediata vicinanza ai vigili del fuoco. Mattarella è l'unico politico nazionale a non commentare coi giornalisti né davanti al ponte né nel corso della visita ai tre ospedali che ancora curano i feriti (uno, gravissimo, è morto proprio ieri): quelle visite sono state quasi private e per questo sentitissime.
GLI ABBRACCI
L'applauso quando entra nel padiglione più importante della Fiera del Mare conferma quel filo stretto con un paese addolorato e confuso, tra i politici solo Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono più applauditi di lui, tra le istituzioni i vigili del fuoco. Mattarella passa parecchio tempo con i familiari delle vittime, li abbraccia, scambia con ciascuno alcune parole. Alla fine, con gli occhi visibilmente arrossati dalle lacrime, lascia comunque che le telecamere lo inquadrino mentre scandisce le tre priorità che l'Italia, dice, deve avere in questo momento.
La prima, lo scandisce ben due volte, è la severità nell'accertare quanto accaduto: «Le parole vanno spese in questa direzione, un paese unito rende più forte e più efficace la severità per l'accertamento della verità. E una tragedia che ha coinvolto tanti, tutto il nostro paese. È una tragedia inaccettabile» e quindi: «Vi sono tre impegni che vanno adesso onorati: quello di vicinanza ai familiari di chi ha perso la vita, ai feriti e alle famiglie che hanno dovuto lasciare le abitazioni perché in pericolo. L'impegno di un accertamento rigoroso e sollecito delle responsabilità. Il dovere di assicurare al nostro paese la sicurezza delle strade e dei trasporti».
Sara Menafra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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