IL PROPRIETARIO
TREVISO «Pensavo di aver spento tutto, erano le 23.30, e

Venerdì 12 Giugno 2020
IL PROPRIETARIO TREVISO «Pensavo di aver spento tutto, erano le 23.30, e
IL PROPRIETARIO
TREVISO «Pensavo di aver spento tutto, erano le 23.30, e ho usato anche un secchio d'acqua per assicurarmene. Poi sono andato a dormire. Quando è scoppiato l'incendio, ho fatto di tutto per salvare mia moglie e Fiorella, ma c'era fumo dappertutto. Avrei voluto morire io al posto loro». Sergio Miglioranza è stato dimesso nel tardo pomeriggio di ieri dall'ospedale Ca' Foncello di Treviso. Accompagnato da un familiare, è stato riportato a Paese, a casa di parenti. Nei suoi occhi c'è la sofferenza e la disperazione per non essere riuscito a salvare la moglie Franca Fava, 67 anni, e la coinquilina Fiorella Sandre, 74 anni, rimaste intrappolate nell'abitazione di via Feltrina a Castagnole distrutta dal rogo scoppiato la notte tra martedì e giovedì in giardino e poi propagatosi a tutta la casa, anche a causa delle bombole di gas disseminate nella proprietà e ai cumuli di materiali accatastati in ogni dove, che hanno alimentato per ore le fiamme, rendendo difficile e pericoloso anche l'intervento dei vigili del fuoco.
LA TRAGEDIA
Miglioranza, ex dipendente della Pio Guaraldo ora in pensione, ha riportato solo un'intossicazione da fumo e ieri, dopo gli ultimi accertamenti sanitari, è stato dimesso dall'ospedale. L'uomo, già sentito dai carabinieri per cercare di ricostruire quanto accaduto e risalire alla causa del rogo che ha ucciso le due donne, fa fatica a ricordare con precisione gli eventi di quella sera. «Non ricordo quasi niente - spiega il pensionato - ma di una cosa sono sicuro. Avevo spento tutto prima di andare a letto. Non c'era niente di acceso quando ho chiuso la porta e sono andato a dormire». Erano le 23.30, ma circa due ore dopo le fiamme hanno cominciato ad avvolgere la casa. «Ho sentito un botto in giardino, c'è un incendio» era stata la chiamata alla centrale operativa del 113 fatta da Fiorella Sandre, la prima a lanciare l'allarme. Sembrava tranquilla, era preoccupata ma la situazione sembrava al momento gestibile. Miglioranza, a differenza delle due donne che risiedevano al piano terra della villetta, era al primo piano, nella sua stanza. «Appena mi sono reso conto dell'incendio ho aperto le porte, sono sceso, e ho cercato mia moglie. C'era fumo da tutte le parti, scoppiavano i vetri delle finestre e non si vedeva niente».
LA DEVASTAZIONE
Il 69enne racconta che a quel punto ha cercato di fare strada alle due donne e di essere uscito dal retro, perdendo subito dopo però le loro tracce. «Ho fatto luce con il telefonino, ho provato ad aprire un varco tra i detriti sparsi ovunque per Franca e Fiorella, ma loro facevano fatica a camminare, e a un certo punto le ho perse. Non si vedeva nulla, io sono riuscito ad uscire, loro invece no. Questa è la mia rovina». Le due donne, durante le operazioni di spegnimento, risultavano formalmente disperse. Anche Sergio è stato informato solo nelle ore successive, quand'era già in ospedale, che nessuna delle due ce l'aveva fatta. Entrambe si trovavano nella parte retrostante dell'abitazione, ormai carbonizzate: una in bagno, l'altra nella stanza adiacente. Non avevano possibilità di uscire visto che le finestre sono munite di inferriate. E probabilmente il fuoco le ha sorprese sbarrando loro la strada. Miglioranza al momento risulta indagato per incendio colposo, ma le indagini coordinate dal sostituto procuratore Anna Andreatta, affidate ai carabinieri di Montebelluna e ai vigili del fuoco, sono solo all'inizio. Ieri sera, intanto, i militari hanno riconsegnato al 67enne il telefono cellulare, trattenuto per accertamenti.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci