Il Friuli Venezia Giulia finisce nella bufera mediatica per un post offensivo nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschiwtz. A pubblicarlo è stato il gestore della malga Pramosio, struttura di proprietà regionale in Comune di Paluzza e teatro dell'eccidio nazifascista del 21 luglio 1944.
A scatenare la tastiera di Marino Screm, il fatto che la senatrice abbia votato la fiducia al Governo Conte. A reagire per primo è stato il presidente del Consiglio regionale, Pier Mauro Zanin, che ha bollato il post come «un insulto ingiustificabile e vergognoso», sostenendo la necessità «di attivare immediate procedure di verifiche» sull'autore, posto che «gestisce un bene regionale ad alto impatto simbolico». Molte le voci seguite a stigmatizzare l'accaduto, mentre in parallelo il post veniva rimosso e arrivavano le scuse formali di Screm, con l'assunzione personale della responsabilità dello scritto, svincolando dalla vicenda la società gestore della malga: «Ci sono dei fatti per i quali non si può far altro che scusarsi, fermamente senza se e senza ma. Mi scuso, dunque, con la senatrice a vita Liliana Segre per le inqualificabili parole nel post, naturalmente attribuibili a titolo personale».
Lanfrit a pagina VII
© RIPRODUZIONE RISERVATA A scatenare la tastiera di Marino Screm, il fatto che la senatrice abbia votato la fiducia al Governo Conte. A reagire per primo è stato il presidente del Consiglio regionale, Pier Mauro Zanin, che ha bollato il post come «un insulto ingiustificabile e vergognoso», sostenendo la necessità «di attivare immediate procedure di verifiche» sull'autore, posto che «gestisce un bene regionale ad alto impatto simbolico». Molte le voci seguite a stigmatizzare l'accaduto, mentre in parallelo il post veniva rimosso e arrivavano le scuse formali di Screm, con l'assunzione personale della responsabilità dello scritto, svincolando dalla vicenda la società gestore della malga: «Ci sono dei fatti per i quali non si può far altro che scusarsi, fermamente senza se e senza ma. Mi scuso, dunque, con la senatrice a vita Liliana Segre per le inqualificabili parole nel post, naturalmente attribuibili a titolo personale».
Lanfrit a pagina VII